Passa ai contenuti principali

Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione

Comunicato stampa del 6 novembre 2012

Conferenza “Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione”

A Treviso lunedì 12 novembre ore 20.30 all’hotel Ca’ del Galletto

Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione è il titolo della conferenza in programma lunedì 12 novembre 2012 alle 20.30 all’hotel Ca’ del Galletto, in via Santa Bona Vecchia n. 30 a Treviso. La organizza l’on. Andrea Zanoni - europarlamentare del gruppo ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici Europei) e della delegazione di IDV, nonché membro della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare. L’eurodeputato trevigiano intende fare luce su quali potrebbero essere gli interventi da mettere in campo per far fronte all’attuale grave situazione di disagio e di difficoltà nella quale operano ormai da troppo tempo le Forze dell’Ordine.
Relatore della serata, oltre a Zanoni, sarà Fabio Malaspina, segretario regionale del SILP (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) della CGIL, Giovanna Gagliardi segretario provinciale SILP Treviso, Giordano Sartori, segretario provinciale SILP Venezia, Michela Vincenzi, delegata CGIL funzione pubblica UEPE (Uffici Esecuzione Penale Esterna) di Venezia. Al termine della conferenza, seguirà un dibattito con il pubblico. Per maggiori informazioni telefonare al numero 0422/591119 o scrivere a info@andreazanoni.it.
Durante la conferenza sarà possibile, se muniti di carta d’identità, sottoscrivere i quattro referendum popolari promossi da Italia dei Valori.
Questi i quesiti nel dettaglio: abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, abolizione della diaria ai parlamentari, abolizione delle modifiche all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, abolizione dell’art. 8 del decreto legge decreto legge n. 138/2011, emanato dal governo Berlusconi, che ha cancellato i diritti minimi e universali previsti dal contratto nazionale di lavoro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Crimini di guerra e... non solo

Ricevo una nuova riflessione sull'intervista rilasciatami da don Pietro Zardo. A scriverla è l'avv. Maria Bortoletto, consigliere provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La Seconda guerra mondiale ha lasciato uno strascico di crimini compiuti ai danni delle popolazioni civili come mai era accaduto nel passato. E’ anche vero però che, a differenza del passato, per la prima volta nella storia, i responsabili di questi crimini sono stati processati e condannati dai Tribunali speciali creati appositamente dai vincitori a guerra finita (vedi Norimberga, Tokio, ecc.). Un tempo era la Storia e non gli uomini a giudicare i vinti e i vincitori. Fu dunque un atto di giustizia? Certamente sì, perché i crimini compiuti, per esempio dai tedeschi in Europa e dai giapponesi in Asia, meritavano una giusta punizione. Ma non si può tuttavia non sottolineare che la “giustizia” applicata da quei Tribunali speciali non fu del tutto imparziale. Erano infatti i vincito

Don Marco Di Benedetto: i volontari sono una risorsa per le carceri

In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo

Don Pietro Zardo a Tombolo

TOMBOLO - Venerdì 14 maggio la comunità parrocchiale ha accolto don Pietro Zardo che ha parlato della realtà del carcere di Treviso e ha presentato il libro " Condannati a vivere ". Dopo il saluto del parroco don Bruno Cavarzan ed una mia breve introduzione al tema della detenzione, don Pietro ha parlato davanti a più di duecento persone, molte delle quali lo hanno conosciuto e stimato nel corso del suo ministero di cappellano a Tombolo (1986-1996). Numerosi gli interventi e le riflessioni delle persone presenti in chiesa e non è mancata la testimonianza di una donna che ha avuto il marito in carcere: un'esperienza molto dolorosa sotto tutti gli aspetti. Interessante anche l'intervento di una giovane che svolge attività di volontariato presso l'Istituto penale dei minorenni di Treviso. La serata si è poi conclusa con un momento conviviale.