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Visualizzazione dei post da 2012

La libertà? Un chiodo fisso

Sono due le caratteristiche che mi hanno particolarmente colpito di Omar (nome di fantasia), un ragazzino di quindici anni proveniente dal Marocco: nel corso del nostro colloquio mi dice che non ha mai avuto paura quando, con una certa frequenza, armato di un taglierino, rapinava persone, e che non ha mai pensato che continuando a delinquere prima o poi sarebbe stato arrestato e portato in un centro di detenzione. Sorride Omar, pensando alla faccia terrorizzata delle sue vittime e a me che, con una certa insistenza, gli chiedo se si fosse mai posto il problema che qualcuno avrebbe potuto reagire in maniera anche violenta alle sue aggressioni, oppure che nel corso di una rapina sarebbe potuto intervenire un carabiniere e arrestarlo, così come poi è avvenuto. Lui si è sempre sentito sicuro di sé. "Erano gli altri – mi dice compiaciuto di se stesso e col volto rilassato di chi crede di sapere tutto della vita – ad avere paura". Omar non ha mai pensato al carcere; per lui è

Carcere minorile. I buoni propositi

Le storie dei minori dell'Ipm di Treviso riportate nel volume " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti " sono spesso infarcite di buoni propositi. Cosa pensare quando ci si trova di fronte a ragazzi detenuti per reati gravi che affermano di essersi pentiti delle loro azioni, che ora vogliono conseguire un titolo di studio così che, una volta usciti, possano trovarsi un lavoro, mettere su famiglia e nel tempo libero aiutare i poveri? Parlando con operatori e volontari dell'Ipm, ho posto spesso l'accento sulla credibilità e sincerità dei minori detenuti. A volte - come mi ha riferito un operatore - i progetti non falliscono perché ci sono dei “brutti propositi”, ma perché non c'è nessuno che sostenga il cambiamento una volta che il ragazzo è stato dimesso dall'istituto. Laddove si è riusciti, però, a costruire una rete di intervento e di supporto al minore, i progetti hanno registrato una buona possibilità di riuscita. Non voluto di proposito approfondi

Don Marco Di Benedetto: i volontari sono una risorsa per le carceri

In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo

Liberi reclusi, il difficile recupero dei minori detenuti

La Tribuna di Treviso, 18 novembre 2012 — pagina 45 sezione. Nazionale “Liberi reclusi”, il difficile recupero dei minori detenuti Treviso : carcere e giustizia. C’è anche un blog per commentare la realtà dell’Istituto Penale dei Minorenni e del carcere del capoluogo della Marca, e per far conoscere due volumi che ne parlano. Di “ Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ” parliamo qui a fianco, ma c’è anche “ Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano ”, scritto da don Pietro Zardo . Simonetta Rubinato , deputato a Montecitorio e sindaco di Roncade, ha scritto la prefazione al volume di Carlo Silvano .   E’ fresca di stampa la terza edizione di “ Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ” (ed. del Noce), del sociologo naturalizzato trevigiano Carlo Silvano, che ha a cuore il problema dei giovanissimi rinchiusi nelle carceri, come l’Istituto di Pena Minorile di T

Liberi reclusi, Simonetta Rubinato scrive la prefazione alla terza edizione

Questa mattina ho ritirato le prime copie della terza edizione del volume " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ". Qui di seguito propongo ai lettori del mio blog la prefazione al libro scritta dall'on. Simonetta Rubinato .   Prefazione Un minore detenuto non è l’espressione del "male" della società, piuttosto ne rappresenta la sconfitta. E’ partendo da questa convinzione che Carlo Silvano ci guida all’incontro con una realtà, l’Istituto penale dei minorenni (Ipm) di Treviso, ancora così poco conosciuta. Non soltanto dalla popolazione residente nel nostro territorio, ma - quel che è più grave - dalle stesse Istituzioni che dovrebbero avere a cuore questa realtà e prendersene cura. In questo viaggio all’interno delle mura dell’unico Ipm del Triveneto, che ho visitato personalmente il 22 dicembre (il giorno del mio compleanno) del 2009, ci accompagna il racconto dei giovani detenuti e delle persone che stanno al loro fianco: operatori, vo

Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione

Comunicato stampa del 6 novembre 2012 Conferenza “Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione” A Treviso lunedì 12 novembre ore 20.30 all’hotel Ca’ del Galletto “ Forze di polizia in Italia e loro razionalizzazione ” è il titolo della conferenza in programma lunedì 12 novembre 2012 alle 20.30 all’hotel Ca’ del Galletto , in via Santa Bona Vecchia n. 30 a Treviso. La organizza l’on. Andrea Zanoni - europarlamentare del gruppo ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici Europei) e della delegazione di IDV, nonché membro della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare. L’eurodeputato trevigiano intende fare luce su quali potrebbero essere gli interventi da mettere in campo per far fronte all’attuale grave situazione di disagio e di difficoltà nella quale operano ormai da troppo tempo le Forze dell’Ordine. Relatore della serata, oltre a Zanoni, sarà Fabio Malaspina, segretario regionale del SILP (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) dell
Tra qualche settimana sarà stampata la terza edizione del libro " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ". Tra le storie che ho riportato in questo volume c'è anche quella di un ragazzo che ha commesso un omicidio: è una storia dolorosa, e la vittima che porterà sempre dentro di sé questa violenza subita, è il figlio dell'uomo assassinato. Io credo che lo Stato e tutte le espressioni della cosiddetta società civile debbano avere una predilezione particolare per i familiari delle vittime, che, purtroppo, in molti casi sono abbandonati a se stessi.

Che cos'è la prescrizione?

Attraverso questo blog intendo avviare un dibattito attorno all'istituto giuridico della prescrizione. Il primo a parlare è l'avvocato Agostino La Rana  del foro di Napoli. La Rana è cassazionista, autore di diverse pubblicazioni nonché fondatore dell'Associazione antiusura e antiestorsioni ARPA e vicepresidente dell'Associazione culturale "Nizza italiana". La prescrizione è l’estinzione di un diritto causata dal fatto che è trascorso del tempo (troppo) da quando il titolare di quel diritto poteva esercitarlo, in base a un determinato termine fissato dalla legge. La prescrizione riguarda sia il diritto civile che quello penale; nel primo caso, essa si riferisce a un (diritto di) credito, nel secondo caso al diritto dello Stato di punire l’autore (o presunto tale) di un reato. Se nell’ambito civile la prescrizione non ha mai dato luogo a particolari controversie e o dibattiti (perché, in fondo, si riferisce a un rapporto tra due privati, uno creditore e l

La situazione carceraria italiana

TREVISO - All'hotel Ca' del Galletto si è svolto - nella serata di venerdì 5 ottobre - un incontro pubblico dedicato alla situazione carceraria italiana. L'evento è stato promosso ed organizzato dall'europarlamentare Andrea Zanoni (Italia dei Valori). Molto significativa è stata la testimonianza di don Marco Di Benedetto, volontario al carcere di Rebibbia, ed interessante pure l'intervento di Giovanni Borsato. Nel mio intervento ho avuto modo di descrivere sia l'Istituto penale dei minorenni del Triveneto che il carcere di Treviso; mi sono soffermato, in particolare, sul sovraffollamento e, citando alcuni volumi e riviste, ho parlato delle violenze commesse da agenti su detenuti. La vita in carcere è dura per tutti: per i poliziotti e per i detenuti, ma certe violenze non si possono mai giustificare, anche se a subirle sono criminali che hanno commesso terribili delitti.        

Incontro pubblico sul carcere con l'europarlamentare Andrea Zanoni

TREVISO - Venerdì 5 OTTOBRE 2012, ore 20.45, a Ca' del Galletto in via Santa Bona Vecchia a Treviso, incontro su "La situazione carceraria italiana". Interverranno Andrea ZANONI (europarlamentare), Francesco MASSIMO (direttore del carcere di Treviso), Giovanni BORSATO (operatore Caritas), don Marco Di Benedetto (sacerdote e volontario al carcere di Rebibbia), Antonio ZAMBERLAN (presidente della cooperativa "Alternativa") e Carlo SILVANO (scrittore). Ingresso libero e gratuito.    

La pena di morte italiana, libro di Samanta Di Persio

Col suo libro intitolato “ La pena di morte italiana ”, Samanta Di Persio ha alzato il velo steso sulla morte di persone recluse nelle carceri o trattenute nelle celle di sicurezza delle forze dell'ordine, avvenuta in circostanze alquanto misteriose o, come è stato accertato in diversi casi, perché vittime della brutalità di chi indossa una divisa per difendere i cittadini. Del libro di Samanta di Persio si è già parlato a Treviso nel corso di un incontro pubblico svoltosi nella parrocchia di Selvana con don Marco di Benedetto, volontario a Rebibbia. Adesso è la stessa autrice a parlarcene. Samanta, perché hai scritto questo libro? “ La pena di morte italiana ” avrebbe dovuto essere il mio secondo libro: il terremoto del 6 aprile 2009 ha distrutto la mia città, e così sono stata costretta a rimandarne di un anno la stesura. Appena ho avuto un “tetto”, ho mantenuto fede alla promessa che avevo fatto ad una madre: Ornella Gemini. Mi aveva colpito la vicenda di suo figlio

Carceri fuori legge?

Consiglio la lettura dell'articolo, a firma di Samanta Di Persio, che indico col link. “ Il giorno di ferragosto sono stato al carcere di Treviso e la situazione è sempre disumana: su una capienza di circa 140 posti disponibili, i detenuti sono il doppio. Tra i problemi del carcere c’è anche il fatto che il direttore ostacola la presenza dei volontari e ciò non rende “trasparenti” le mura del carcere… ” Ricevo questo messaggio da Carlo e mi riporta alla mente uno dei problemi più annosi del nostro Paese: il sovraffollamento degli istituti di pena . Nelle 206 strutture potremmo ospitare circa 45 mila detenuti, invece sono oltre 67mila. Con il decreto svuota carceri sono usciti solo 3446 detenuti. Da tempo i radicali chiedono un’ amnistia perché la situazione è disumana. L’Italia nel 2009 è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti. Lo spazio a disposizione per ogni detenuto nelle carceri italiane era di circa tre

On. Andrea Zanoni. Visita al carcere di Treviso

TREVISO - Questa mattina (dalle ore 9.30 alle 12.00) ho avuto modo di visitare il carcere di Treviso accompagnando l'eurodeputato Andrea Zanoni. E' importante sviluppare nuove forme di volontariato utile non solo ad accompagnare i detenuti lungo un preciso percorso di formazione, ma anche per lanciare un solido ponte tra la realtà della detenzione e la cosiddetta società civile. Chi vive fuori deve sapere cosa succede all'interno di un carcere.

Camposampiero: il carcere tra pregiudizi e realtà

CAMPOSAMPIERO (PD) - Presso la sala della parrocchia di San Marco a Camposampiero si è svolta ieri una tavola rotonda su " Il carcere tra realtà e pregiudizi ", con la partecipazione di Linda ARATA ( giudice di sorveglianza al Tribunale di Padova ), Luisa BONAVENO ( psicologa al carcere minorile del Triveneto ) e Carlo SILVANO ( scrittore ). Dopo una breve introduzione di Armando FISCON ( editore ), ha preso la parola Silvano che si è soffermato sul problema del sovraffollamento e sulle violenze ai detenuti nelle carceri italiane. prof. Armando Fiscon E' stato poi mostrato - ai presenti in sala - un breve documentario girato nel carcere minorile di Treviso con interviste ai reclusi, e partendo da questo documentario la psicologa Bonaveno ha parlato della realtà di questa struttura, delle famiglie di origine dei minori lì ristretti, dei reati commessi e della necessità di "contenere" e insegnare le regole a quanti le violano. Nei confronti dei minori ch

Camposampiero, incontro sul carcere

CAMPOSAMPIERO - Giovedì 14 giugno - ore 20.30 - il giudice di sorveglianza Linda Arata (Tribunale di Padova), la psicologa Luisa Bonaveno (carcere minorile del Triveneto), lo scrittore Carlo Silvano (autore di "Liberi reclusi" e "Condannati a vivere") e padre Giorgio Saccon (cappellano del carcere minorile del Triveneto) si confronteranno sul tema " Il carcere oggi: tra pregiudizi e realtà ". L'incontro sarà introdotto dal prof. Armando Fiscon (editore) e avrà luogo presso i locali della parrocchia di San Marco a Camposampiero. Ingresso libero e gratuito.

Don Marco Di Benedetto a Selvana di Treviso

TREVISO - Sabato 2 giugno si è svolto - anche per ricordare la festa della Repubblica italiana e i valori custoditi nella nostra Carta costituzionale - un incontro dedicato alle violenze sui carcerati. Tra i relatori  don Marco Di Benedetto , giovane sacerdote trevigiano (studente a Roma e impegnato come volontario nel carcere di Rebibbia). L'incontro è stato promosso e organizzato dal Circolo di lettura "Matilde Serao" di Villorba (affiliato all'Associazione culturale "Nizza italiana") presso i locali della parrocchia di "Cristo Re" a Selvana di Treviso, grazie all'accoglienza e alla disponibilità del parroco don Antonio Guidolin . Dopo una breve introduzione della presidente del Circolo Adriana Michielin , hanno preso la parola il  Giovanni Borsato ,  Carlo Silvano e don Marco Di Benedetto. Durante l'incontro si è parlato pure del libro a firma di Samanta Di Persio intitolato " La pena di morte italiana. Violenze e crimini senz

Treviso, il 2 giugno si parlerà delle sofferenze dei detenuti

Treviso - Sabato 2 giugno 2012, ore 20.30, presso la sala parrocchiale della Chiesa di "Cristo Re" di Selvana a Treviso in via Zanella 5, incontro pubblico su Il carcere e le sofferenze dei detenuti Interverranno: dott. Giovanni Borsato , operatore pastorale dott. Carlo Silvano , scrittore don Marco Di Benedetto , sacerdote e volontario al carcere di Rebibbia - ROMA seguirà un dibattito con i volontari e gli operatori delle realtà penitenziali trevigiane presenti in sala   Ingresso libero e gratuito La serata è stata promossa e organizzata dal Circolo di lettura "Matilde Serao" (affiliato all'Associazione culturale "Nizza italiana") di Villorba.

Treviso, a colloquio col direttore del carcere

TREVISO - Questa mattina sono stato dal direttore del carcere di Treviso, dott. Francesco Massimo . Sembra che la situazione del carcere di Treviso sia lievemente migliorata in questi ultimi tempi. Il carcere di Treviso è ospitato in una struttura edificata nel 1949. Attualmente i detenuti sono circa 280 (140 definitivi e altrettanti come imputati). Il dato drammatico è che circa 100 detenuti ha un'età compresa tra i 18 e i 30 anni. Gli stranieri sono tra il 70 e il 75%, e il personale di polizia fa anche 30 ore di straordinario al mese (attualmente in organico ci sono meno di 140 agenti, quando la pianta organica ne prevede 180). Il direttore Massimo mi ha ricevuto per uno scambio di opinioni in vista di un incontro pubblico che sto organizzando per  sabato 2 giugno 2012 , ore 20.30, presso la parrocchia " Cristo Re " di Selvana a Treviso in via Zanella 5. Tra i relatori ci sarà anche don Marco Di Benedetto , sacerdote trevigiano, che sta studiando a Roma, dove è im
Villorba - Il 27 aprile, ore 18.00, presso la libreria Lovat di Villorba, presenterò il libro di don Claudio Burgio intitolato "Non esistono ragazzi cattivi" (Edizioni Paoline). Con me ci saranno anche padre Giorgio Saccon e la psicologa Luisa Bonaveno, entrambi impegnati all'Ipm.

La vendetta non è la soluzione

Quando si parla di carcere e detenzione inevitabilmente si pensa a pena, colpa ed espiazione. Una logica diabolica che condanna all'inferno eterno colui che non sa meditare altro che vendetta. Gli istituti di pena o case circondariali oggi sono il monumento eretto per mostrare e saziare la sete di vendetta di una parte della società, quella parte che non vuole riconoscere dignità ai detenuti. In Condannati a vivere , don Pietro Zardo, cappellano del carcere di Treviso, dice: "In questi anni ho imparato che il carcere porta a scontrarsi e a riflettere con se stessi, e tutti, indistintamente, hanno un bisogno inespresso: sentirsi rivalutati, sapere che il loro Dna è uguale a quello degli altri uomini". Don Zardo parla degli extra-comunitari, dei tossico-dipendenti, dei transessuali e di coloro che si isolano anche in celle di pochi metri-quadri e sovraffollate dove il caldo e la sporcizia sono torture atroci e dove la scabbia è un ospite fisso. Da questa testimonian

Don Pietro Zardo, a Roncade per descrivere la vita dei detenuti

RONCADE - Buona la partecipazione di pubblico all'incontro culturale sul carcere di Treviso promosso dall'assessore Chiara Tullio , in collaborazione col Circolo di lettura " Matilde Serao " (Villorba), presso la biblioteca comunale in via Virgilio Dall'Acqua 25 a Roncade. Il pubblico presente in biblioteca L'assessore Chiara Tullio (Comune di Roncade) Dopo il saluto dell'assessore Tullio, ha preso la parola l'avv. Sossio Vitale che ha brevemente presentato un progetto socio-educativo promosso dal clud dei Lions di Treviso " Eleonora Duse " presso l'Istituto penale dei minorenni del Triveneto. avv. Sossio Vitale Da sx verso dx: Simonetta Rubinato, Maria Letizia Troianelli, Pietro Zardo e Giovanni Borsato Nel corso del mio intervento ho parlato del libro di don Pietro Zardo (" Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano "), leggendo e commen

Roncade, La realtà della detenzione a Treviso

Giovedì 1° marzo 2012, alle ore 20.30, presso la Biblioteca comunale di Roncade in via Dall'Acqua 25, avrà luogo un incontro sul tema: La realtà della detenzione a Treviso. Interverranno:  - On. Simonetta RUBINATO, sindaco di Roncade - Dott. Carlo SILVANO, autore del volume "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti" - Don Pietro ZARDO, cappellano al carcere di Treviso - Dott. Francesco MASSIMO, direttore del carcere di Treviso - Dott. Giovanni BORSATO, circolo di lettura "Matilde Serao" di Villorba Ingresso libero
" La realtà della detenzione a Treviso " è il tema dell'incontro che si terrà martedì 21 febbario a Giavera del Montello. Tra i relatori il sindaco Fausto Gottardo , don Pietro Zardo (cappellano del carcere di Treviso), Carlo Silvano (autore del libro "Liberi reclusi"), Giovanni Borsato (circolo di lettura "Matilde Serao" di Villorba), e Remo Barbisan (segretario cittadino del Partito democratico). L'incontro si terrà a villa Wassermann alle ore 20.45 .

Le detenute di Sollicciano? E chi se ne frega!

Ieri alla libreria Lovat di Villorba ho presentato il libro di Monica Sarsini intitolato "Alice nel paese delle domandine": vite e scrittura dal carcere femminile di Firenze, dove le “domandine” sono gli infiniti moduli che una detenuta deve inoltrare all’Amministrazione penitenziaria per qualsiasi cosa. Nel corso della mia  presentazione ho detto che è inaccettabile e umiliante che una detenuta abbia in carcere solo i vestiti che indossa, e alla sera deve lavarsi le sole mutande che ha, farle asciugare durante la notte e indossarle la mattina. Oppure  che per avere un rotolo di carta igienica bisogna prima compilare una domandina da trasmettere alla burocrazia del carcere. Ho messo anche l'accento sul caldo estivo soffocante. Da non sottovalutare, poi, i trasferimenti che avvengono all'improvviso, quando alle sei del mattino una guardia bussa alla cella e consegna un sacco nero da riempire con le poche cose che si hanno, per poi essere caricati su un blindato e port

Pestaggi in carcere

Oggi su Il Gazzettino (edizione di Treviso, p. VII) è stato pubblicato un articolo intitolato "Nessun pestaggio in carcere: guardie prosciolte dai giudici". Non entro nel merito dell'articolo, però, ascoltando anche ieri, per radio, la denuncia di alcuni detenuti di un carcere toscano nei confronti di una "squadretta" di agenti che li avrebbe pestati, sono convinto che episodi del genere possono succedere solo se la Direzione del carcere non presta la dovuta attenzione a ciò che avviene all'interno della struttura.  In questo post voglio solo ricordare che gli agenti hanno il dovere morale e civico di denunciare i propri colleghi che dovessero assumere comportamenti aggressivi nei confronti dei detenuti. Non è possibile che in un Paese civile qual è l'Italia, i detenuti subiscano delle violenze da parte di chi rappresenta lo Stato. Bisogna abbattere il muro di omertà che garantisce ad alcuni agenti di fare pestaggi e altre cose del genere.

Modena, Quaderni dal carcere

Oggi dall'amico Pietro - che lavora come agente di polizia penitenziaria a Modena - mi è arrivato per posta un interessante opuscolo di 32 pagine, preparato da poliziotti e detenuti del carcere di Sant'Anna: è una raccolta di poesie e scritti vari che meritano attenzione. Uno degli scopi di questa pubblicazione - che ha ottenuto anche il patrocinio della città di Carpi - è raccogliere fondi per far fronte alle spese relative all'acquisto di detersivi e carta igienica per i reclusi. La copertina di "Quaderni dal carcere"

Come sono state usate le motovedette consegnate alla Libia?

CASTELFRANCO VENETO – Ieri, alla libreria Costeniero in piazza del Giorgione 55, con don Pietro Zardo ho avuto modo di descrivere la realtà del carcere a Treviso, e nel corso di un interessante dibattito col pubblico, una persona ha posto l'accento sulla Legge Bossi-Fini inerente ai flussi migratori. Ho preso spunto da questo intervento per leggere un brano del libro “Condannati a vivere” che riporto qui di seguito: Nella casa circondariale di Treviso gli stranieri rappresentano circa il 70% della popolazione carceraria. La maggior parte sono nordafricani: tunisini, marocchini e algerini sono spesso persone che arrivano nel nostro Paese senza un progetto chiaro, quasi alla ventura. Ci sono invece persone che provengono dal Centro-Africa con tutta quella realtà tipica dei loro paesi di origine, come guerre, carestie, epidemie e fame. Scappare è la loro unica carta da giocare, perché, piuttosto che una morte certa nel proprio Paese, preferiscono affrontare l'interrogativo