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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

All'IPM di Treviso

Questa mattina sono stato all' Istituto penale dei minorenni di Treviso dove ho incontrato e intervistato quattro ragazzi: tre del Marocco ed uno della Romania. Sono ragazzi che hanno molto in comune, come una famiglia "difficile" alle spalle e la ricerca del denaro facile. Sono adolescenti che arrivano in Italia sperando di trovare subito una sistemazione abitativa e lavorativa e, invece, si ritrovano facilmente nella rete della malavita. Uno di loro mi raccontava del denaro che con molta facilita si può ottenere per chi entra nel mondo della droga. "Una volta - mi ha raccontato questo ragazzo che sta all'Ipm dal 12 aprile con l'accusa di aver rubato una bottiglia di alcool -, sono stato avvicinato da un conoscente di mio padre che mi ha portato in giro su un'auto di grossa cilindrata. Ad un certo punto mi ha chiesto se mi interessava intascare cinquemila euro: bastava che fossi salito in treno a Verona con un chilo di cocaina e scendere a Milano... e qu

La scuola all'Istituto penale per i minorenni

TREVISO - Ieri, a palazzo Bomben, si è svolta una tavola rotonda sull'utilità e la pratica del recupero all'Istituto penale dei minorenni. Tante le persone presenti in sala, soprattutto giovani, e come relatori sono intervenuti il prof. Paolo Lucchi (dirigente scolastico al CTP 2 di Treviso), il prof. Roberto Franzin (docente di materie letterarie all'IPM), il prof. Renzo Trevisin (coordinatore delle attività scolastiche dell'IPM), il dr. Alfonso Paggiarino (direttore dell'IPM), l' Mauro Michielon (assessore al Comune di Treviso) e frate Gianfranco Agostino Gardin (Vescovo di Treviso). La serata è stata condotta da Domenico Basso (direttore di Antenna 3). Il prof. Trevisin ha presentato le attività scolastiche, mentre il prof. Franzin ha proposto un video realizzato all'interno dell'IPM con i giovani detenuti. Il direttore Paggiarino, invece, ha colto l'occasione per sottolineare l'esigenza di avere una struttura adeguata alle esigenze rieducativ

Pene più severe per gli stupratori

Anche oggi l'ennesimo caso di violenza sessuale: a compierlo un magrebino nei confronti di una ragazzina. Come dice don Pietro Zardo, ci sono tanti nordafricani che vengono nel nostro Paese senza un progetto chiaro, quasi alla ventura, e poi li troviamo a spacciare e a commettere violenze. E' vero che la vita in carcere è dura e, spesso, anche disumana, ma nei confronti di questi soggetti le pene vanno inasprite, e chi commette queste violenze deve anche risarcire - lavorando - le proprie vittime.

Don Pietro Zardo a Tombolo

TOMBOLO - Venerdì 14 maggio la comunità parrocchiale ha accolto don Pietro Zardo che ha parlato della realtà del carcere di Treviso e ha presentato il libro " Condannati a vivere ". Dopo il saluto del parroco don Bruno Cavarzan ed una mia breve introduzione al tema della detenzione, don Pietro ha parlato davanti a più di duecento persone, molte delle quali lo hanno conosciuto e stimato nel corso del suo ministero di cappellano a Tombolo (1986-1996). Numerosi gli interventi e le riflessioni delle persone presenti in chiesa e non è mancata la testimonianza di una donna che ha avuto il marito in carcere: un'esperienza molto dolorosa sotto tutti gli aspetti. Interessante anche l'intervento di una giovane che svolge attività di volontariato presso l'Istituto penale dei minorenni di Treviso. La serata si è poi conclusa con un momento conviviale.

Carceri, Fallisce la politica del governo Berlusconi

COMUNICATO STAMPA RUBINATO (PD) SU CIRCOLARE BORRACCETTI: “PROVA DEL FALLIMENTO DELLA POLITICA SULLA SICUREZZA DI QUESTO GOVERNO” “La circolare del procuratore capo Borraccetti, che si limita ad applicare la legge, suona come l’ennesima denuncia della grave situazione in cui versa la giustizia nel nostro Paese ed è la prova del fallimento anche della politica sulla sicurezza di un Governo che all’annuncio non fa seguire i fatti”. L’on. Simonetta Rubinato (Pd) interviene sulla polemica innestata dalla circolare del procuratore capo di Venezia. Essa richiama l’applicazione di una norma del codice di procedura penale, che prevede, in caso di arresto di un imputato per reati minori, che la polizia giudiziaria possa trattenerlo, per il breve tempo necessario a sottoporlo a giudizio direttissimo, nelle “camere di sicurezza” presso le Questure o le altre sedi delle forze di polizia e se questo non è possibile, che il giudice valuti se rimetterlo in libertà. “E’ evidente – commenta la parlamen

Librerie Lovat e Zanetti

Informo che il volume "Condannati a vivere" di don Pietro Zardo è disponibile anche presso: Libreria Lovat - Centro Biblioteche in via Newton 13 a Villorba (tel. 0422 92697 e 0422 920039); Libreria Zanetti SRL - piazza Oberkochen, 27 a Montebelluna (tel e fax 0423609608 www.libreriazanetti.it).

L'on. Simonetta Rubinato a Carbonera

[ il pubblico presente in aula ] Carbonera - E' stato promosso dalla Caritas interparrocchiale di Carbonera, Pezzan e San Giacomo, un incontro dedicato al carcere e al libro di don Pietro Zardo intitolato " Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano ". [ il tavolo dei relatori ] Il volume di don Zardo si divide in due parti: nella prima c'è una sua lunga intervista in cui si mette in evidenza tutta la problematicità dei carcerati, nella seconda parte, invece, si propongono una serie di riflessioni scritte da giuristi, sacerdoti, liberi professionisti, parenti di ex detenuti, ecc., che hanno letto l'intervista a don Zardo. [ don Franco Marton e il dr. Giovanni Borsato ] Dopo il saluto del signor Giorgio Trevisan (Caritas di Carbonera), la serata di presentazione del libro è stata moderata dal dr. Carlo Silvano e ha visto la partecipazione di don Franco Marton , del dr. Giovanni Borsato e dell'on. Sim