Martedì 2 marzo, ore 15.00, il libro "Condannati a vivere" sarà presentato a Caerano San Marco presso la sede dell'Università della terza età.
In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo...
Da un'amica ricevo il messaggio che segue:
RispondiEliminaCiao Carlo!
Ti scrivo perché ho terminato oggi di leggere il libro sulle carceri. Mi ha interessata e incuriosita ad una problematica alla quale, devo dire con un pò di vergogna, non avevo pensato. I pochi contatti che ho avuto
personalmente con detenuti sono stati occasionali e comunque con i "fortunati" di loro che lavoravano con la Coop. Alternativa o che seguivano percorsi alternativi al Murialdo, perché minori. Però devo dire non sapevo, né immaginavo situazioni così difficili fuori dalla porta di casa! Grazie
Carlo per questo libro, per la modalità "sciolta" e diretta dell'intervista
a Don Pietro Zardo (magari un giorno lo incontrerò... dev'essere una bella persona!) e per la carrellata di "opinioni ed esperienze" sul tema. Farò mio il suggerimento di Don Franco Marton. Ciao e grazie ancora! (Marica)