Tra qualche settimana sarà stampata la terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti". Tra
le storie che ho riportato in questo volume c'è anche quella di un
ragazzo che ha commesso un omicidio: è una storia dolorosa, e la
vittima che porterà sempre dentro di sé questa violenza subita, è
il figlio dell'uomo assassinato. Io credo che lo Stato e tutte le
espressioni della cosiddetta società civile debbano avere una
predilezione particolare per i familiari delle vittime, che,
purtroppo, in molti casi sono abbandonati a se stessi.
In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo...
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