La libertà è, talvolta, una conquista difficile da capire. I ragazzi spesso non sanno cosa significhi essere liberi, presi dall'ansia di affermarsi non pensano ai diritti degli altri o agli effetti del loro agire, fanno e basta. Quando sbagliano dovremmo chiederci se sono loro sbagliati o sono la famiglia e la società che li circondano ad aver sbagliato nell'insegnare male (o per niente) il significato di Libertà. Gli Istituti penali dei minori servono a questo: a recuperare ed insegnare la responsabilità della libertà, come avviene ad esempio a Treviso dove Carlo Silvano ha raccolto testimonianze sia dai detenuti che dagli operatori che interagiscono con loro. “Liberi reclusi” racconta la personalità del sud-americano Pablo, la sfrontatezza del cocainomane Corrado, l'ambizione professionale di Giovanni che studia elettrotecnica, la spavalderia del piccolo Omar e la pazienza di Don Giorgio il loro cappellano o la costanza del dott. Modica e dei suoi collaboratori nel curare non solo le patologie indotte dal chiuso della detenzione (infiammazioni respiratorie e gastriche) ma anche le autolesioni, rarissimi i suicidi. Nella prefazione al testo Alfonso Paggiarino, direttore dell'Ipm di Treviso, scrive: “[...] questa pubblicazione rappresenta un ulteriore e proficuo passo avanti nel cammino della conoscenza e dell'integrazione tra la realtà penitenziaria e il contesto sociale che la circonda”. (Lucia Pulpo, http://www.cosmopolismedia.it/)
In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo...
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