VILLORBA - A lanciare l'allarme è don Pietro Zardo: in carcere sono venuti a mancare detersivi e carta igienica. Ora i detenuti si trovano in una situazione davvero critica perché sono ospitati in una struttura realizzata per contenere 128 persone ma, proprio in questi giorni, il loro numero ha superato le 310 unità.
E' vero che chi ha commesso un reato merita la galera, ma in queste condizioni non si può scontare la propria pena e il termine "rieducazione" perde ogni significato.
Intervenendo ad un incontro svoltosi presso la sede del circolo del Partito democratico a Villorba, e promosso dal Circolo di lettura "Matilde Serao", don Pietro ha sottolineato che, attualmente, per molti detenuti resta difficile poter curare la propria igiene personale. La situazione è così critica che la direzione del carcere si è rivolta, col sostegno di don Pietro Zardo, alla Caritas diocesana affinché durante il periodo natalizio le comunità parrocchiali trevigiane si mostrino sensibili alla realtà della casa circondariale cittadino e possano, di conseguenza, offrire un aiuto per far fronte a questa emergenza.
"Cerchiamo di raccogliere materiale igienico-sanitario, indumenti, scarpe e biancheria, possibilmente non usata - spiega don Pietro - per aiutare i detenuti. In questo momento i tagli finanziari, a cui si aggiunge il sovraffollamento cronico, non garantiscono più una condizione minima di sopravvivenza, anche perché molti detenuti non hanno praticamente nulla, e le famiglie, da sole, non riescono a sopperire a tutto quello che manca".
Parlando ai villorbesi che sono interventi alla presentazione del suo libro intitolato "Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano", don Pietro ha posto l'accento sugli immigrati che in Italia non hanno familiari e amici in grado di poterli aiutare. Dunque, se lo Stato non è in grado di adempiere ad un suo preciso dovere, che intervengano, allora, i cittadini e le comunità locali. (Carlo Silvano) |
In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo...
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