7 marzo 2011 - Praticamente era piena la sala parrocchiale della chiesa di Selvana a Treviso quando si è svolto l'incontro dedicato ai minori detenuti nell'Istituto penale cittadino.
Dopo una mia introduzione, ha preso la parola la psicologa Luisa Bonaveno, la quale ha presentato la personalità dei minori, le loro storie, le loro origini, le loro difficoltà ad integrarsi trattandosi, per lo più, di ragazzi stranieri. E' stato proiettato anche un filmato girato all'interno dell'Ipm: protagonisti propri i ragazzi lì reclusi.
La parola è passata poi a don Giorgio Saccon che si è soffermato molto sull'umanità di questi adolescenti sostenendo che "non esistono ragazzi cattivi". Don Giorgio ha anche sottolineato l'importanza della famiglia nell'educazione dei ragazzi.
Dopo un sereno e costruttivo dibattito col pubblico e dopo un intervento di Lisa Cendron, presidente dell'associazione La prima pietra, ha concluso l'incontro il parroco don Antonio Guidolin.
Ricevo una nuova riflessione sull'intervista rilasciatami da don Pietro Zardo. A scriverla è l'avv. Maria Bortoletto, consigliere provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La Seconda guerra mondiale ha lasciato uno strascico di crimini compiuti ai danni delle popolazioni civili come mai era accaduto nel passato. E’ anche vero però che, a differenza del passato, per la prima volta nella storia, i responsabili di questi crimini sono stati processati e condannati dai Tribunali speciali creati appositamente dai vincitori a guerra finita (vedi Norimberga, Tokio, ecc.). Un tempo era la Storia e non gli uomini a giudicare i vinti e i vincitori. Fu dunque un atto di giustizia? Certamente sì, perché i crimini compiuti, per esempio dai tedeschi in Europa e dai giapponesi in Asia, meritavano una giusta punizione. Ma non si può tuttavia non sottolineare che la “giustizia” applicata da quei Tribunali speciali non fu del tutto imparziale. Erano infatti i vincito...
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