7 marzo 2011 - Praticamente era piena la sala parrocchiale della chiesa di Selvana a Treviso quando si è svolto l'incontro dedicato ai minori detenuti nell'Istituto penale cittadino.
Dopo una mia introduzione, ha preso la parola la psicologa Luisa Bonaveno, la quale ha presentato la personalità dei minori, le loro storie, le loro origini, le loro difficoltà ad integrarsi trattandosi, per lo più, di ragazzi stranieri. E' stato proiettato anche un filmato girato all'interno dell'Ipm: protagonisti propri i ragazzi lì reclusi.
La parola è passata poi a don Giorgio Saccon che si è soffermato molto sull'umanità di questi adolescenti sostenendo che "non esistono ragazzi cattivi". Don Giorgio ha anche sottolineato l'importanza della famiglia nell'educazione dei ragazzi.
Dopo un sereno e costruttivo dibattito col pubblico e dopo un intervento di Lisa Cendron, presidente dell'associazione La prima pietra, ha concluso l'incontro il parroco don Antonio Guidolin.
In questo post propongo parte dell'intervista rilasciatami da don Marco Di Benedetto - sacerdote trevigiano e volontario nel carcere di Rebibbia a Roma -, riguardante il ruolo dei volontari nelle carceri. Il testo dell'intervista integrale è contenuto nella terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti", pubblicato dalle Edizioni del noce. Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volo...
Commenti
Posta un commento