Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Maserada, incontro sul carcere

Il Comune di Maserada e la Caritas interparrocchiale di Candelù, Varago e Maserada, hanno promosso un incontro su: IL CARCERE DI TREVISO: ALBERGO O LUOGO DI PENA? Mercoledì 15 dicembre 2010 ore 20.45 presso il Palazzo delle attività ricreative (dietro il Municipio di Maserada) “ Entriamo a conoscere gli spazi e la quotidianità del carcere di Treviso con uno sguardo ampio su una realtà complessa, con la voglia di sollecitare una riflessione ed un confronto ”. interverranno: Floriana CASELLATO , sindaco di Maserada sul Piave Francesco MASSIMO , direttore del Carcere di S. Bona Don Pietro ZARDO , cappellano del carcere di S. Bona Carlo SILVANO , coautore del volume “Condannati a vivere” Concluderanno: don Mirco MORO , parroco di Maserada e Andrea Fiorotto , referente Caritas Interparrocchiale di Candelù, Maserada, Varago La Caritas Diocesana, in collaborazione con don Pietro Zardo, è a disposizione per incontri sul tema con la possibilità di proiettare il documentario “Vivere il carcere”

Carcere di Treviso, nuovi detenuti

Anche nella Marca trevigiana aumentano i crimini legati all'alcoolismo e al gioco, nonché quelli commessi da stranieri. Ad affermarlo il cappellano del carcere di Treviso, don Pietro Zardo, che recentemente ha descritto il problema del sovraffollamento del penitenziario cittadino durante un incontro pubblico in una parrocchia della diocesi. Ci troviamo a gestire le solite emergenze sociali: soggetti che sperperano il proprio denaro alla ricerca di facili guadagni rovinando se stessi e le proprie famiglie, e in questo contesto lo Stato – con la gestione delle lotterie – ha le sue responsabilità. Ma ciò che ora mi preme sottolineare sono i reati commessi da stranieri: è facile per certi nostri politici farne tutta un'erba un fascio e invocare che scontino la pena nelle carceri dei Paesi di origine. E' vero che ci sono persone che vengono in Italia col deliberato proposito di svolgere attività criminose, ma è anche vero che molti stranieri si trovano a decidere tra una morte c
All'incontro svoltosi nella libreria Zanetti e poi in occasione della presentazione del libro "Condannati a vivere" nella parrocchia di Guarda di Montebelluna, ho avuto la possibilità di conoscere il dott. Giuseppe Chemello, il quale mi ha scritto il commento che segue : [...] Mi congratulo con lei per il forte impegno nel far conoscere la realtà del carcere, realtà misconosciuta da molti e ricordata solo nei momenti negativi; ho apprezzato la sua presentazione in libreria Zanetti quando ha aperto le considerazioni ricordando che, nel parlare del pianeta carcere, basta sbagliare una virgola e si viene immediatamente relegati da una parte o dall'altra su posizioni ideologiche. Mai come in queste situazioni/realtà istituzionali molto complesse è facile ricercare soluzioni veloci e semplici; è ciò che desidera il senso comune, il cittadino poco informato e spesso preda di strumentalizzazioni politiche ed ideologiche sia da una parte che dall'altra. La esperienza dir

Guarda di Montebelluna

Da Michela Forner - conosciuta all'incontro svoltosi nella parrocchia di Guarda di Montebelluna - ricevo il commento che segue : [...] ritengo siano utili incontri di questo tipo per sensibilizzare le persone su problematiche spesso ignorate, sia volontariamente che non. Quelli da voi proposti sono problemi secolari e trovano animi sensibili in un ambiente salesiano come il nostro dove vive in noi lo spirito di Don Bosco, il santo dei giovani, che con il suo "sistema preventivo" arriva proprio al cuore di disagi come le carceri, dove lui stesso è stato. E dove cercava proprio di evitare l'inoperosità dei ragazzi appunto "prevenendo". Ci si chiede però cosa fare di fronte alle molte problematiche del mondo d'oggi. Come sensibilizzare i giovani. Di certo un punto di partenza è quello che state facendo stando molto attenti però che non diventi buonismo (come giustamente avete sottolineato) e che non diventi una riunione fine a se stessa senza che nessuno &
Una dozzina le persone che ieri a Pero di Breda di Piave hanno partecipato all'incontro con don Pietro Zardo sulla realtà del carcere. L'esiguo numero di partecipanti ha permesso, in compenso, di sviluppare un ottimo dibattito. Praticamente tutti hanno avuto la possibilità di fare considerazioni e riflessioni. I presenti, in particolare, sono stati colpiti dalle condizioni in cui versano i detenuti, molti dei quali oziano tutto il giorno perché non sono coinvolti in progetti lavorativi o di studio. Nei miei interventi ho avuto modo di accennare alla situazione dell'Istituto penale dei minorenni, conosciuto anche come "carcere minorile". Un signore anziano ha sostenuto la necessità di "rispedire" al Paese di origine i criminali stranieri: è un modo semplicistico, a mio avviso, di affrontare i problemi perché non si tiene conto che molti stranieri - come tanti africani - scappano dai propri villaggi in fiamme a causa di guerre locali, oppure per sfuggire a
Questa sera nella parrocchia di Guarda a Montebelluna c'erano tante persone - soprattutto giovani legati alle suore salesiane e al parroco don Domenico Pellizzer - per la conferenza di don Pietro Zardo sulla realtà del carcere di Treviso. Tre i relatori l'avv. Maria Bortoletto e il dott. Giovanni Borsato. Numerosi gli interventi qualificati di insegnanti, medici e di una giovane che ha conseguito la laurea con una tesi sul carcere di Padova. Nel suo intervento l'ex sindaco di Montebelluna Laura Puppato e attuale consigliere regionale, ha parlato delle grosse difficoltà finanziarie della Regione Veneto e dell'incapacità delle forze politiche di individuare e gestire le priorità amministrative.