All'incontro svoltosi nella libreria Zanetti e poi in occasione della presentazione del libro "Condannati a vivere" nella parrocchia di Guarda di Montebelluna, ho avuto la possibilità di conoscere il dott. Giuseppe Chemello, il quale mi ha scritto il commento che segue:
[...] Mi congratulo con lei per il forte impegno nel far conoscere la realtà del carcere, realtà misconosciuta da molti e ricordata solo nei momenti negativi; ho apprezzato la sua presentazione in libreria Zanetti quando ha aperto le considerazioni ricordando che, nel parlare del pianeta carcere, basta sbagliare una virgola e si viene immediatamente relegati da una parte o dall'altra su posizioni ideologiche.
Mai come in queste situazioni/realtà istituzionali molto complesse è facile ricercare soluzioni veloci e semplici; è ciò che desidera il senso comune, il cittadino poco informato e spesso preda di strumentalizzazioni politiche ed ideologiche sia da una parte che dall'altra.
La esperienza diretta mia e di colleghi operatori sanitari con questa realtà istituzionale da ormai molti anni consiglia di approcciarsi a questo argomento in modo documentato, con dati reali sul fenomeno al fine di introdurre gradualmente la complessità umana, sociale, istituzionale, legislativa e storica racchiusa all'interno delle mura del carcere. Un collega milanese, il dott Gianpiero Ferrario, ci ha insegnato che il carcere è la sede visibile del conflitto sociale, e chi entra nei cancelli delle Case circondariali ne ha una percezione forte anche se la consapevolezza di ciò si scopre lentamente.
Su questa linea ho trovato molto stimolante il racconto presentato da don Pietro Zardo nel libro e pure variegate le considerazioni fatte dalle persone da lei consultate; ho trovato meno informate su questa realtà complessa e a volte fuori luogo alcune uscite di persone presenti alle due serate in cui sono stato presente, uscite che mi sembrava si prestassero a strumentalizzazioni politiche anche di natura elettorale.
Non voglio dilungarmi , desideravo solo rappresentarle alcuni mie considerazioni in merito alla presentazione di un argomento così delicato; sento comunque il desiderio di complimentarmi con lei ed esprimerle la mia stima.
Giuseppe Chemello
[...] Mi congratulo con lei per il forte impegno nel far conoscere la realtà del carcere, realtà misconosciuta da molti e ricordata solo nei momenti negativi; ho apprezzato la sua presentazione in libreria Zanetti quando ha aperto le considerazioni ricordando che, nel parlare del pianeta carcere, basta sbagliare una virgola e si viene immediatamente relegati da una parte o dall'altra su posizioni ideologiche.
Mai come in queste situazioni/realtà istituzionali molto complesse è facile ricercare soluzioni veloci e semplici; è ciò che desidera il senso comune, il cittadino poco informato e spesso preda di strumentalizzazioni politiche ed ideologiche sia da una parte che dall'altra.
La esperienza diretta mia e di colleghi operatori sanitari con questa realtà istituzionale da ormai molti anni consiglia di approcciarsi a questo argomento in modo documentato, con dati reali sul fenomeno al fine di introdurre gradualmente la complessità umana, sociale, istituzionale, legislativa e storica racchiusa all'interno delle mura del carcere. Un collega milanese, il dott Gianpiero Ferrario, ci ha insegnato che il carcere è la sede visibile del conflitto sociale, e chi entra nei cancelli delle Case circondariali ne ha una percezione forte anche se la consapevolezza di ciò si scopre lentamente.
Su questa linea ho trovato molto stimolante il racconto presentato da don Pietro Zardo nel libro e pure variegate le considerazioni fatte dalle persone da lei consultate; ho trovato meno informate su questa realtà complessa e a volte fuori luogo alcune uscite di persone presenti alle due serate in cui sono stato presente, uscite che mi sembrava si prestassero a strumentalizzazioni politiche anche di natura elettorale.
Non voglio dilungarmi , desideravo solo rappresentarle alcuni mie considerazioni in merito alla presentazione di un argomento così delicato; sento comunque il desiderio di complimentarmi con lei ed esprimerle la mia stima.
Giuseppe Chemello
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