Sono da poco rientrato da Vascon di Carbonera: in canonica ho incontrato un gruppetto di adolescenti che si sta preparando per il sacramento della Confermazione. Su invito del loro parroco ho descritto sia la realtà del carcere maggiore che dell'istituto penale dei minorenni di Treviso, e insieme ci siamo soffermati su una frase detta da un detenuto: "I soldi facili sono belli, ma durano poco". Alla fine dell'incontro i ragazzi hanno preparato una preghiera che reciteranno domenica durante la S. Messa.
Ricevo una nuova riflessione sull'intervista rilasciatami da don Pietro Zardo. A scriverla è l'avv. Maria Bortoletto, consigliere provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La Seconda guerra mondiale ha lasciato uno strascico di crimini compiuti ai danni delle popolazioni civili come mai era accaduto nel passato. E’ anche vero però che, a differenza del passato, per la prima volta nella storia, i responsabili di questi crimini sono stati processati e condannati dai Tribunali speciali creati appositamente dai vincitori a guerra finita (vedi Norimberga, Tokio, ecc.). Un tempo era la Storia e non gli uomini a giudicare i vinti e i vincitori. Fu dunque un atto di giustizia? Certamente sì, perché i crimini compiuti, per esempio dai tedeschi in Europa e dai giapponesi in Asia, meritavano una giusta punizione. Ma non si può tuttavia non sottolineare che la “giustizia” applicata da quei Tribunali speciali non fu del tutto imparziale. Erano infatti i vincito...
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