Dalla signora Gladys A. Maria Tedesco, catechista a Fontane di Villorba, ricevo le rflessioni che seguono:
Sul tavolo, da giorni, un titolo sul libro attirava il mio sguardo “Liberi reclusi”, storie di minori detenuti.
E mi dicevo: faresti bene a leggerlo, dato che ti occupi di minori facendo la catechista in parrocchia. E non solo, molte volte mi sono chiesta cosa porta un minorenne a commettere azioni con conseguenze così gravi da finire in un “Istituto penale per i minorenni”? Quali famiglie e quali comunità civili e religiose ci sono alle spalle? E’ difficile trovare risposte a tutto. Un giorno mi sono decisa, devo leggere quel libro, lo devo a me e lo devo ai ragazzi con i quali sono a contatto. Scorrendo le pagine, capivo, comprendevo, a livello di ragionamento, mi venivano alla mente situazioni con le quali sono entrata in contatto e volti di alcuni ragazzi a rischio.
Non voglio dare colpa ai genitori, ma a un tessuto circostante che dal correre troppo per molti motivi, anche giusti, perde di vista l’essenziale, diventando superficiale e indifferente, per mancanza di tempo, per l’egoismo che si insinua in modo molto furtivo e silenzioso nelle persone. Quando l’ho finito di leggere, ho chiuso il libro e ho riflettuto, cosa posso o possiamo fare? Prima di tutto lo consiglierei di leggere con profonda convinzione ad ogni tipologia di educatori, dallo sport agli istituti scolastici e a tutti gli operatori che entrano a contatto con i pre-adolescenti e adolescenti nelle parrocchie e nelle amministrazioni comunali e soprattutto ai genitori creando dei gruppi dove poterne parlare, confrontarsi. In un secondo momento lo proporrei ai gruppi (adolescenti, giovani e adulti) per leggerlo e discutere insieme, se non è possibile tutto, almeno alcune pagine. Conoscere per prevenire e sensibilizzare. Allora forse nasce l’aiuto e non il giudizio, la comprensione che porta anche alla condivisione a seconda delle proprie sensibilità. Riprendendo le parole di una persona che condivide queste realtà nell’Istituto “queste situazioni possono accadere a tutti”, sono il motivo per una maggior riflessione e non pensare che queste cose possano accadere solo agli altri. Ringrazio l’autore Carlo Silvano, che attraverso queste pagine, parla di una realtà che molti di noi non vogliono sentire e che invece dovremo imparare ad ascoltare per realizzare un futuro migliore, anche loro sono parte di questa umanità anche se ferita, fanno parte di questo nostro mondo.
[Gladys A. Maria Tedesco]
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