giovedì 03 settembre 2009, 17:34
Un uomo di 55 anni, detenuto per scontare una pena di 30 giorni nel carcere di Treviso, è deceduto per infarto dopo essere stato rinchiuso in una cella di 15 metri quadrati assieme ad altre cinque persone. Lo denuncia Rita Bernardini, deputato radicale eletto nelle liste del Pd. Secondo la parlamentare, l'uomo, A.Z., condannato per aver provocato un incidente stradale senza sospensione della pena perché recidivo, nonostante fosse "gravemente malato di cirrosi epatica e, quindi, fortemente debilitato", non sarebbe stato "ricoverato in ospedale o comunque sottoposto a sorveglianza medica". Colto da malore dopo quattro giorni di detenzione sarebbe deceduto dopo un'agonia di mezz'ora "senza essere assistito dal personale medico". "Nulla di nuovo sotto il sole" è il commento di Bernardini. "Mentre l'ultimo pacchetto sicurezza approvato in Parlamento si appresta a peggiorare il degrado dei nostri istituti di pena, dovuto al sovraffollamento e alla fine di ogni politica mirata al trattamento, e mentre il ministro Alfano si prodiga ad approntare la costruzione di nuovi penitenziari, il copione delle morti in carcere continua a ripetersi uguale, con tutta la sua amarezza e tragedia. Nei primi sette mesi del 2009, infatti - precisa il deputato - si contavano già più di cento detenuti morti, di cui più di 40 suicidi". Da parte sua, il direttore del carcere, Massimo Franco, ha rilevato che sono state seguite tutte le procedure del caso e che l'uomo al momento del suo ingresso in carcere non necessitava di essere ricoverato presso strutture ospedaliere.
(tratto da http://www.anordest.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9215&Itemid=80)
Un uomo di 55 anni, detenuto per scontare una pena di 30 giorni nel carcere di Treviso, è deceduto per infarto dopo essere stato rinchiuso in una cella di 15 metri quadrati assieme ad altre cinque persone. Lo denuncia Rita Bernardini, deputato radicale eletto nelle liste del Pd. Secondo la parlamentare, l'uomo, A.Z., condannato per aver provocato un incidente stradale senza sospensione della pena perché recidivo, nonostante fosse "gravemente malato di cirrosi epatica e, quindi, fortemente debilitato", non sarebbe stato "ricoverato in ospedale o comunque sottoposto a sorveglianza medica". Colto da malore dopo quattro giorni di detenzione sarebbe deceduto dopo un'agonia di mezz'ora "senza essere assistito dal personale medico". "Nulla di nuovo sotto il sole" è il commento di Bernardini. "Mentre l'ultimo pacchetto sicurezza approvato in Parlamento si appresta a peggiorare il degrado dei nostri istituti di pena, dovuto al sovraffollamento e alla fine di ogni politica mirata al trattamento, e mentre il ministro Alfano si prodiga ad approntare la costruzione di nuovi penitenziari, il copione delle morti in carcere continua a ripetersi uguale, con tutta la sua amarezza e tragedia. Nei primi sette mesi del 2009, infatti - precisa il deputato - si contavano già più di cento detenuti morti, di cui più di 40 suicidi". Da parte sua, il direttore del carcere, Massimo Franco, ha rilevato che sono state seguite tutte le procedure del caso e che l'uomo al momento del suo ingresso in carcere non necessitava di essere ricoverato presso strutture ospedaliere.
(tratto da http://www.anordest.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9215&Itemid=80)
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