E' finito in carcere perché tra il 2003 e il 2005 non ha versato i cinquecento euro mensili derivanti dai suoi obblighi verso la moglie e i figli (1). M.I. risulta essere un nullafacente con precedenti per reati contro il patrimonio. Adesso - nel carcere di Treviso - dovrà scontare quattro mesi di reclusione e pagare una multa di seicento euro. E' vero che chi sbaglia deve pagare, ma mi chiedo che in modo un nullafacente possa ora versare le nove mensilità, per un totale di quattromilacinquecento euro, più i seicento euro allo Stato. Ora che è in prigione, la sua situazione è peggiorata. Se per un cinquantenne è difficile trovare lavoro, figuriamoci le difficoltà che avrà soprattutto adesso che si porterà sul groppone anche quattro mesi di galera.
Di fronte a casi del genere, che senso ha imprigionare le persone? Non era meglio "obbligare" questo personaggio a svolgere un lavoro umile - come la pulizia delle strade cittadine - e trattenere dalla busta paga una pa...
Un blog per parlare della realtà dell'Istituto penale dei minorenni e del carcere di Treviso, e per far conoscere i volumi "Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano", di don Pietro Zardo", e "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti" di Carlo Silvano.