tag:blogger.com,1999:blog-35622045485009162812024-03-05T05:05:23.660-08:00Treviso: carcere e giustiziaUn blog per parlare della realtà dell'Istituto penale dei minorenni e del carcere di Treviso, e per far conoscere i volumi "Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano", di don Pietro Zardo", e "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti" di Carlo Silvano.Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.comBlogger158125tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-53204760753587630232022-10-27T23:09:00.001-07:002022-10-27T23:10:46.941-07:00L’ossimoro creativo di Carlo Silvano, recensione di Antonella Bianchi e Claudio Spina<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK-E28akJtxsV2FJfx4VWolkAqnSd-cSCFgSuNSBOquvaCQBFlyZ6oeAfZTtFKZYusXXoip1bMCYYJSiJ5Vk9uVH7Txm7V54YfoateZ01iBgUgN2Y5XHDrK9U3BoScEejGi8Cn4j25YiFJx8tsWLtga5Hzx7gaLmK6PzEFy9uKNPmTZZvt4mj_SqIt/s2534/Copertina%20liberi%20reclusi%2022%20ottobre%202019-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1771" data-original-width="2534" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK-E28akJtxsV2FJfx4VWolkAqnSd-cSCFgSuNSBOquvaCQBFlyZ6oeAfZTtFKZYusXXoip1bMCYYJSiJ5Vk9uVH7Txm7V54YfoateZ01iBgUgN2Y5XHDrK9U3BoScEejGi8Cn4j25YiFJx8tsWLtga5Hzx7gaLmK6PzEFy9uKNPmTZZvt4mj_SqIt/w409-h286/Copertina%20liberi%20reclusi%2022%20ottobre%202019-1.jpg" width="409" /></a></div><p></p><p align="justify" style="background: transparent none repeat scroll 0% 0%; break-before: auto; line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; page-break-before: auto; text-indent: 0.6cm; widows: 2;"> <span style="font-size: small;">Si fa un gran parlare della
questione carceraria pur avendo approssimative conoscenze della vita
quotidiana in carcere e risultano pressoché sconosciute quelle
riferite ai ragazzi minorenni. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;">Il
tema del carcere nelle menti dei più è rimosso, già l’idea
spaventa ed è percepito come sofferenza unitamente al senso di
vergogna. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: small;">Con il
metodo dell’inchiesta <b>Carlo Silvano</b> presenta la condizione dei
giovani ospitati </span></span><span style="font-size: small;">dall’</span><span style="font-size: small;"><i>Istituto penale per i minorenni
</i></span><span style="font-size: small;">del Triveneto, a
Treviso e, </span><span style="color: black;"><span style="font-size: small;">con
garbo, riordina i timori. </span></span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;">Il
titolo del libro, un ossimoro composto da due parole, è ermetico:
</span><span style="font-size: small;"><i>liberi </i></span><span style="font-size: small;">-
esprime il desiderio, l’aspirazione e l’altra, </span><span style="font-size: small;"><i>reclusi</i></span><span style="font-size: small;">
– la sintesi della condizione di vita. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Sobrio
nel linguaggio, le pagine non sono bagnate da lacrime o risentimenti;
dà risalto, invece, ai vari attori: gestori, operatori, volontari,
cappellano, sacerdoti, medici oltre ovviamente ai minori in stato
detentivo. Non manca il rigore scientifico quando presenta drammi,
speranze, dinamiche relazionali interne all’Istituto ed esterne
ovvero tra il giovane e la sua famiglia.</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Anche
l’aspetto religioso è affrontato con equilibrio.</span></p><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;"> Già con la Prefazione,
affidata all'<b>on. Simonetta Rubinato,</b> deputata a Montecitorio, la questione
carceraria si presenta complessa con i suoi nodi sociali, legislativi
e politici per il vasto campo interpretativo del concetto di pena e
dei relativi programmi di recupero previsti e messi in campo con
risultati purtroppo non sempre soddisfacenti anche «perché non c’è
nessuno che sostenga il cambiamento».</span></p><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;"><b>Alfonso
Paggiarino</b>, già direttore dell’Istituto, precisa: «È importante
che nel linguaggio comune il nostro Istituto non venga indicato come
“carcere minorile”, ma con l’espressione “Istituto penale per
i minorenni”».</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Dei direttori degli istituti
penitenziari si parla per eccezioni eppure sono proprio loro che
possono illuminare l’ambiente reietto<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>.
</span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Dello
stesso avviso è il cappellano dell’Ipm, <b>Giorgio Saccon</b> e aggiunge:
«La giustizia minorile dovrebbe pensare e organizzare strutture e
modalità tanto diverse da quelle attuali perché i ragazzi possano
arrivare alla comprensione del reato, al loro recupero e alla
riabilitazione, … e alla riconciliazione tra lui, … e chi ha
subito il reato». </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;">«Ecco, allora che diventa
importante far conoscere la realtà dell’Ipm all’opinione
pubblica», come osserva il sociologo Carlo Silvano, e tutto senza
veli e senza sconti.</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;">All’Ipm i giovani sono
italiani, altri sono il prodotto della immigrazione, stranieri non
accompagnati e stranieri di prima e seconda generazione aventi la
famiglia in Italia. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La
loro storia ha un comune denominatore: la sterile risposta sociale e
familiare. Lì il “male” s’insinua e trova terreno fertile per
albergare. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;">Si comprende come il male
derivi non solo dai cattivi maestri, dagli urlatori mediatici ma
anche dall’uso inadatto dalle nuove tecnologie, in particolare dal
telefonino, che consentono di promuovere la propria visibilità sui
social nel dilagante disordine sessuale fino ai confini della
prostituzione e che coinvolge il ruolo della donna e le reiterate
violenze subite. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;">Il
fenomeno non è nuovo. Oggi è difficilmente controllabile e crescono
i rischi di ritornare al fenomeno delle </span><span style="font-size: small;"><i>schiave
bianche</i></span><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>
nell’ambito telematico.</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Tra
i giovani reclusi, la percezione dei vari reati ha una diversa
tolleranza: «Nell’ambiente dell’Ipm non sono ben visti i
cosiddetti “tossici” e coloro che hanno reati a carattere
sessuale; vengono invece esaltati i reati di “furto” e “rapina”
e direi forse che è anche più compreso l’omicidio», dice ancora
don Giorgio. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Nella narrazione è
considerata anche l’impulsività come generatrice del crimine ancor
più se sotto l’effetto di droghe o alcol. In istituto cresce
l’autolesionismo ma non manca la fede e la speranza di poter
condurre, a fine pena, una vita normale dunque si compie una
riflessione su se stesso.</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">In
queste dinamiche il lettore resta coinvolto e Silvano assegna a lui
il ruolo di protagonista: «É anche vero, però, che a volte basta
un gesto semplice per lasciare nell’animo degli adolescenti segni
che si porteranno dentro per tutta la vita». Si comprende come un
gesto d’amore o di legalità genera sempre beneficio già
nell’ambito della famiglia. Troppi giovani sono stati «ingannati
da persone adulte».</span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Tuttavia
«colloquiare con certi detenuti – dice Silvano - può anche essere
costruttivo, a condizione, però che non si dimentichi mai che la
persona che si ha davanti ha commesso del male, e che per causa sua
ci può essere, ad esempio, una ragazza che porta nell’anima e nel
corpo i segni di una violenza indelebile, oppure un bimbo rimasto
orfano».</span></p><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Più
complessa è la dinamica di gruppo degli adolescenti: «Infatti, la
soggettività individuale è molto diversa in un gruppo da come si
esprime fuori da esso, tanto che la responsabilità individuale
solitamente tende a sfumare», dice <b>Luisa Bonaveno</b>, psicologa.</span></p><p><span style="font-size: small;"> Un
capitolo delicato è quello dedicato ai </span><span style="font-size: small;"><i>volontari
in carcere</i></span><span style="font-size: small;">, con la
consapevolezza che «non è un servizio particolarmente ambito» per
cui è di primaria urgenza formare i volontari: «chiunque debba
esercitare un potere di qualsiasi natura con persone più deboli, la
questione della selezione e della formazione permanente va posta
seriamente», dice <b>Marco Di Benedetto</b>.</span>
</p><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;">La
lettura del libro aiuta a conoscere l’immigrato e quello che
delinque. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: small;">Non
mancano proposte di miglioramento definite utopie dall’autore, che
le sottolinea inserendo la poesia “<i>Giovane prigioniero</i>” di
<b>Adriana Michielin</b>. </span>
</p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: small;">Il libro di Carlo Silvano ha
il merito di aiutare a superare le barriere tra il recluso e la
società. Sta qui il segreto da cui deriva il riscontro tra i
lettori. Ecco un primo valido motivo per leggere il suo coraggioso
libro, </span><span style="font-size: small;"><i>Liberi e
reclusi</i></span><span style="font-size: small;">.</span></p><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.25cm;"><span style="font-size: small;">Il volume si può reperire sia ordinandolo nelle librerie tradizionali che in quelle in rete oppure cliccando sul link <a href="https://www.youcanprint.it/liberi-reclusi-storie-di-minori-detenuti/b/a11e7a4d-433e-54b3-8707-eaf9590440b7?">Liberi reclusi .</a><br /></span></p>
<p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><i>Milano,
27 ottobre 2022 </i></span></p><p><b><span style="font-size: small;"><i> Antonella Bianchi e Claudio
Spina</i></span></b>
</p><div id="sdfootnote1"><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm;"><a name="_Hlk71189033"></a>
<a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="font-size: xx-small;">
</span><span style="font-size: xx-small;">Lo aveva capito il
Beato Barolo quando nel 1887 incontrò il cav. Giovanni Paradisi,
direttore del carcere di Napoli, che gli descrisse la dura realtà
carceraria e da cui si avviò a Pompei la straordinaria opera a
favore dei Figli dei carcerati. </span><span style="font-size: xx-small;">L’episodio
risale all’ottobre del 1887 quando Longo si recò nel carcere di
Napoli per incontrare un detenuto, riconciliato con Dio anche grazie
alla lettura del periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei” da lui
fondato ed inviato gratuitamente in moltissime case di pena d’Italia
e del mondo. Scrive Longo, </span><span style="font-size: xx-small;">«c</span><span style="font-size: xx-small;">elebrate
che furono a Valle di Pompei le feste solennissime di quell'ottobre
volli andare a fare la promessa visita ad Alfonso ... nelle Carceri
di S. Francesco in Napoli. [...] e primariamente ci recammo nel
gabinetto del Direttore per ottenere il permesso. Era allora
Direttore di quel Carcere un uomo, il cui nome è scritto nel mio
cuore a caratteri indelebili, come spero sia scritto a caratteri di
oro nel Libro della vita: Il Cav. Giovanni Paradisi</span><span style="font-size: xx-small;">»
(</span><span style="font-size: xx-small;">Bartolo Longo, </span><span style="font-size: xx-small;"><i>Vie
meravigliose</i></span><span style="font-size: xx-small;"> </span><span style="font-size: xx-small;"><i>della
Provvidenza</i></span><span style="font-size: xx-small;">, pp.
91-95).</span></p>
<p class="sdfootnote"><span style="font-size: xx-small;">Il beato
Bartolo Longo è stato uno degli uomini alti del suo tempo. Non a
caso fu candidato al premio Nobel. Nato Latiano (BR) nel 1841,
avvocato, fondò in Valle di Pompei il Santuario, opere di carità,
Orfanotrofio, Congregazione delle Suore Domenicane Figlie del Santo
Rosario, Istituto per i Figli dei carcerati e promosse quello per le
Figlie dei carcerati e la nuova città di Pompei. Lo affiancò
Marianna Farnararo, poi sua moglie. Morì a Pompei nel 1926. Cf.
Antonella Bianchi - Claudio Spina, </span><span style="font-size: xx-small;"><i>Bartolo
Longo. Un manager tra organizzazione e santità</i></span><span style="font-size: xx-small;">,
Santuario di Pompei 2007. </span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="font-size: xx-small;">Antonio
Illibato</span></span><span style="font-size: xx-small;">,
</span><span style="font-size: xx-small;"><i>Bartolo Longo. Un
cristiano tra Otto e Novecento,</i></span><span style="font-size: xx-small;">
voll. 3. Pontificio Santuario di Pompei 1996, 1999, 2002.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote2"><p style="line-height: 108%; margin-bottom: 0.28cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-size: xx-small;">
Bartolo </span><span style="color: black;"><span style="font-size: xx-small;">Longo
ricorda che </span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: xx-small;"><i>Le
Figlie dei Carcerati sono un’innocenza in pericolo. </i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: xx-small;">«Rimaste
senza padre o madre, che sono in carcere, cadono negli artigli di
infami sfruttatori, che ne fanno turpe mercato a scopo di lucro,
come una merce umana - vera tratta di schiave bianche! … la sera,
se non portano al </span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: xx-small;"><i>Cristiano</i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: xx-small;">
(Ricottaro da ricatto) il frutto della turpe giornata di lavoro,
sono martoriate e battute con apposito scudiscio. A poco a poco
perdono prima il pudore, poi ogni buona reazione di coscienza,
quindi il decoro umano … fino a vivere come bestie». </span></span>
</p>
<p class="sdfootnote"><br />
</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha-Btv_lRvDH7zMFfhVELL1MHrdvFOxLfK3E7gAViybvr0-7iZMp0J6ddYVzxJdJQJMvCoOWik1RjsRrndrMYhnZKl7FOnX9lC2fNOZE7NbNhKtvEsg3KDNjzfBR-VxsR3XeLLj0XUDTdM-enP4TpYXqf-W8ekwgzhGnavakOBdpOIONT5Aehs9kXT/s1758/Zardo%20copertina%20libro%20carcere.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1758" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha-Btv_lRvDH7zMFfhVELL1MHrdvFOxLfK3E7gAViybvr0-7iZMp0J6ddYVzxJdJQJMvCoOWik1RjsRrndrMYhnZKl7FOnX9lC2fNOZE7NbNhKtvEsg3KDNjzfBR-VxsR3XeLLj0XUDTdM-enP4TpYXqf-W8ekwgzhGnavakOBdpOIONT5Aehs9kXT/w399-h296/Zardo%20copertina%20libro%20carcere.jpg" width="399" /></a></div><br /><p class="sdfootnote"><br />
</p>
</div>
<p><style type="text/css">
p.sdfootnote { margin-bottom: 0cm; direction: ltr; font-size: 10pt; line-height: 100%; text-align: justify; orphans: 2; widows: 2; background: transparent }
p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; line-height: 115%; text-align: justify; orphans: 2; widows: 2; background: transparent }
a.sdfootnoteanc { font-size: 57% }</style></p>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-74852066948085745002022-10-13T00:03:00.004-07:002022-10-13T00:03:43.342-07:00Appunti dal carcere di Treviso<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-un0WxIBNhtz6DUXG9RlkGBYTBIRIJUb74kpLgcrFzeJbe44azhSaSiGQDwxvlKZisDnrqq9uB6eFvOKej1YVWnq7Yrami_2ttBbM8D_MlrVNVJNQALeH7rk-CvnoeHuaRqTdBsZ6GV5qnNOUgaixM7x4N5vKTkY2qcBoin0PkOfpZbKo2n14U11J/s1758/27943_SILVANO_COVER_14X21_24082022_page-0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1758" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-un0WxIBNhtz6DUXG9RlkGBYTBIRIJUb74kpLgcrFzeJbe44azhSaSiGQDwxvlKZisDnrqq9uB6eFvOKej1YVWnq7Yrami_2ttBbM8D_MlrVNVJNQALeH7rk-CvnoeHuaRqTdBsZ6GV5qnNOUgaixM7x4N5vKTkY2qcBoin0PkOfpZbKo2n14U11J/s320/27943_SILVANO_COVER_14X21_24082022_page-0001.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><div class="" dir="auto"><div class="x1swvt13 x1l90r2v x1pi30zi x1iorvi4" id="jsc_c_9i"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x x4zkp8e x41vudc x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" dir="auto"><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u">Appunti dal pianeta carcere:</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x x4zkp8e x41vudc x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" dir="auto"><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u">"Per
un detenuto i familiari sono un fondamentale punto di riferimento sia
per quanto riguarda l’accettazione della sua condizione di recluso, sia
per il suo rientro a pieno titolo nella società, ovvero nella famiglia e
nel mondo del lavoro. A svolgere un ruolo di primo piano nel sostegno
ad un detenuto è la moglie che, durante la reclusione del marito, deve
gestire quello che resta della famiglia, come i figli, la casa con tutti
i problemi di affitto e pagamento delle bollette, gli alimenti e
l’abbigliamento".</span></div><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u">(tratto dal volume "Condannati a vivere", pp. 81-82).</span></div><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u"> </span></div><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u">Per informazioni sul volume cliccare su <a href="https://www.youcanprint.it/condannati-a-vivere/b/a575e13c-f0b9-5ce4-bf3d-e33c4f86e184">Condannati a vivere </a><br /></span></div></span></div><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x x4zkp8e x41vudc x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" dir="auto"><div class="x1e56ztr" style="text-align: left;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x10flsy6 x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u"> </span></div></span></div></div>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-12922208398225750842022-09-03T00:21:00.002-07:002022-09-03T00:21:22.102-07:00Suicidi in carcere, 59 nei primi 8 mesi del 2022<p>A causa del noto "caro bollette" famiglie e imprese stanno vivendo un periodo molto difficile e per tante persone si prospetta lo spettro della povertà.</p><p>Anche nelle carceri italiane, però, i problemi stanno aumentando e ciò lo si evince dal numero dei suicidi che si registrano nelle celle: nei primi otto mesi del 2022 sono stati 59 i detenuti che si sono tolti la vita. Confrontando questo drammatico dato con i suicidi del 2017 che furono 57, si può comprendere come sia diventata ancora più dura la vita dietro le sbarre.</p><p>J</p>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-63671451003332082922022-08-27T00:34:00.003-07:002022-08-27T00:35:04.102-07:00Condannati a vivere, nuova edizione del libro dedicato alla quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkagM2b_blwy-stJ5ZpLEuk3Cuwq0Hk4b8hsBSPmuqqNYLcaTshqHXynZVDOLaPyP5gtK5KROcHIbIg2eqwp_5OL0AjARO9fUly048skTeX2Xx6uj3AYwKCQJuQux1kzXOklvBnCdmZwH0gp4Kd34zq5U-CxiPlk3qSQEpZIBjutl5ydfKqZIdQIBN/s1758/27943_SILVANO_COVER_14X21_24082022_page-0001.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1758" height="347" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkagM2b_blwy-stJ5ZpLEuk3Cuwq0Hk4b8hsBSPmuqqNYLcaTshqHXynZVDOLaPyP5gtK5KROcHIbIg2eqwp_5OL0AjARO9fUly048skTeX2Xx6uj3AYwKCQJuQux1kzXOklvBnCdmZwH0gp4Kd34zq5U-CxiPlk3qSQEpZIBjutl5ydfKqZIdQIBN/w469-h347/27943_SILVANO_COVER_14X21_24082022_page-0001.jpg" width="469" /></a></div> <span class="gvxzyvdx aeinzg81 t7p7dqev gh25dzvf ocv3nf92 b6ax4al1 gem102v4 ncib64c9 mrvwc6qr sx8pxkcf f597kf1v cpcgwwas f5mw3jnl ib8x7mpr k1z55t6l oog5qr5w tes86rjd pbevjfx6 ztn2w49o" dir="auto"><div dir="auto" style="text-align: start;">TREVISO - Ieri in tipografia è stata chiusa la seconda edizione del volume "<i>Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano</i>", a firma di <b>Pietro Zardo </b>e<b> Carlo Silvano</b>.</div></span><p></p><p style="text-align: left;"><span class="gvxzyvdx aeinzg81 t7p7dqev gh25dzvf ocv3nf92 b6ax4al1 gem102v4 ncib64c9 mrvwc6qr sx8pxkcf f597kf1v cpcgwwas f5mw3jnl ib8x7mpr k1z55t6l oog5qr5w tes86rjd pbevjfx6 ztn2w49o" dir="auto"></span></p><div dir="auto" style="text-align: start;">Il libro si può già ordinare in rete e dai primi di settembre anche nelle migliori librerie di tutta Italia (il codice isbn è 9791221427943).</div><div dir="auto" style="text-align: start;">"<i>Condannati a vivere</i>" è un libro che permetterà al lettore di conoscere la vita dietro le sbarre e ciò non per provare un sentimento pietistico verso <span></span>i detenuti, ma per avere degli elementi per riflettere sulla certezza della pena, sul sovraffollamento dei penitenziari, sul fatto che per tanti reati non è possibile "buttare le chiavi" e che tante volte a soffrire di più sono sicuramente le vittime ma anche i familiari dei detenuti.</div><div dir="auto" style="text-align: start;">Qui di seguito la Nota conclusiva inserita nel volume.</div><p></p><p></p><p>
</p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: center;">
<span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT">Nota
conclusiva </span></span></span></span></span>
</p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: center;">
<span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">di
Pietro Zardo </span></span></span></span></span>
</p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: center;">
<span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">e
Carlo Silvano</span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-indent: 0.6cm;">
<br />
</p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">A
chiusura di questa seconda edizione del volume “</span></span><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Condannati
a vivere</i></span></span><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">”,
desideriamo offrire al lettore alcune riflessioni sulla detenzione
che abbiamo recentemente maturato, e che sintetizziamo nei seguenti
punti:</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">1.
per un detenuto i familiari sono un fondamentale punto di riferimento
sia per quanto riguarda l’accettazione della sua condizione di
recluso, sia per il suo rientro a pieno titolo nella società, ovvero
nella famiglia e nel mondo del lavoro. A svolgere un ruolo di primo
piano nel sostegno ad un detenuto è la moglie che, durante la
reclusione del marito, deve gestire quello che resta della famiglia,
come i figli, la casa con tutti i problemi di affitto e pagamento
delle bollette, gli alimenti e l’abbigliamento;</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">2.
un rischio che con una certa frequenza registriamo in questi anni
durante la reclusione di una persona, è che il detenuto perda il
contatto con la realtà e, come se vivesse in un mondo virtuale, non
riesca a comprendere le difficoltà che la moglie deve superare sotto
il profilo economico e nella crescita di uno o più figli; </span></span>
</p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">3.
chi è in carcere certamente vive una situazione difficile perché è
stato privato della libertà, ma anche i suoi familiari che vivono
fuori dal carcere hanno una libertà menomata, in quanto devono
scontrarsi continuamente con una realtà difficile a causa delle
scadenze economiche che devono gestire e, a queste, spesso si
aggiungono anche gravi problemi di salute;</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">4.
la lunga detenzione spesso fa perdere anche il senso del valore del
denaro, e senza pensare ai sacrifici economici che la moglie deve
compiere per pagare l’affitto e il cibo ai figli, il detenuto si
trova a pretendere da lei, o da altri familiari, il denaro per
acquistare beni superflui;</span></span></p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4o7H6AhZRFtzhjanP7hkLzTkKRUDaXh1cL82NzezHv8xvi_dT-q6Wx5ydfWiOtk8sjMZAy7JazKoWvoHla_jLJd0sDzyA2B2_tFuCM9IcwgX0cG3oVRUZjf63VvqU-CHPsbGCxxKqGN5ksbMZFSfbBSK89PAmwkAIqF5ztC5JSwIHXTqGGngi7xOb/s736/WhatsApp%20Image%202022-08-13%20at%2021.44.13.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="736" data-original-width="499" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4o7H6AhZRFtzhjanP7hkLzTkKRUDaXh1cL82NzezHv8xvi_dT-q6Wx5ydfWiOtk8sjMZAy7JazKoWvoHla_jLJd0sDzyA2B2_tFuCM9IcwgX0cG3oVRUZjf63VvqU-CHPsbGCxxKqGN5ksbMZFSfbBSK89PAmwkAIqF5ztC5JSwIHXTqGGngi7xOb/s320/WhatsApp%20Image%202022-08-13%20at%2021.44.13.jpeg" width="217" /></a></span></span></div><i><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"> (a dx don Pietro Zardo e Carlo Silvano)</span></span></i><br /><p></p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">5.
se per tanti coniugi è difficile educare un figlio nonostante
abbiano la possibilità di trascorrere diverse ore in famiglia, di
seguire regolarmente il suo percorso scolastico e di accompagnarlo e
sostenerlo nelle attività sportive e ricreative, per un detenuto che
deve scontare una pena di diversi anni è praticamente impossibile
assolvere alla sua responsabilità di genitore. Spesso capita che un
uomo entri in carcere con i figli che sono bambini, per poi uscirne
quando sono dei giovani autonomi e capaci di compiere
responsabilmente le proprie scelte. È soprattutto in questi casi che
il detenuto sperimenta il suo fallimento come genitore, perché deve
constatare che c’è un distacco o addirittura un rifiuto nei suoi
confronti da parte del figlio. Quest’ultimo, anche per le
sofferenze e l’emarginazione che ha dovuto patire soprattutto a
scuola come alunno additato dai compagni perché figlio di un
detenuto, non accetta né l’operato del padre né i suoi buoni
consigli.</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">6.
il carcere, ieri come oggi, non solo priva una persona della sua
libertà, ma la deresponsabilizza perché anche se gli offre poco, in
realtà gli concede quel minimo di cui ha bisogno, come il vitto e un
posto letto: pur trovandosi in una situazione esistenziale precaria e
a volte scandalosa, il detenuto riesce a compensare questo vuoto
creandosi un altro mondo con discorsi e obiettivi irrealistici,
convincendosi che quando uscirà tutto cambierà nella sua vita. La
visione distorta che i detenuti si costruiscono della realtà
esterna, la si deve spesso a quei media che propinano eventi
culturali e discussioni politiche vaghe e inconsistenti. È nella sua
solitudine quotidiana che, in certi casi, il detenuto si nutre di un
senso di onnipotenza e rischia di rincorrere falsi miti economici,
politici e sportivi, convincendosi e immaginando il proprio futuro
con la possibilità di ripartire facilmente con un lavoro. Ma la
realtà è molto diversa da quella che immagina e che vorrebbe il
recluso;</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">7.
il disorientamento che tanti detenuti sperimentano quando escono dal
portone del carcere è dovuto al fatto che il mondo esterno cambia in
continuazione, mentre lui, dietro le sbarre, ha vissuto ritmi sempre
uguali e monotoni e con l’abbaglio di obiettivi economici e
personaggi di successo che vivono solo nella sua fantasia. Uscendo
dal carcere e scontrandosi con la dura realtà, l’ex detenuto deve
ora fare i conti con la sua incapacità di vedere i piccoli passi che
può compiere, e percepisce come dura e impossibile da affrontare la
fatica per ripartire e per riconquistare la sua dignità di uomo.</span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Concludiamo
questa Nota </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT">con
l’augurio</span></span></span></span><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">
che questo volumetto </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT">si
sia rivelato utile per far conoscere ai nostri lettori la realtà del
carcere di Treviso.</span></span></span></span></p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: right; text-indent: 0.6cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><i>Gli Autori </i></span></span></span></span></p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: right; text-indent: 0.6cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><i> </i></span></span></span></span></p><p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><i>Per reperire il volume cliccare su <a href="https://www.youcanprint.it/condannati-a-vivere/b/a575e13c-f0b9-5ce4-bf3d-e33c4f86e184">Condannati a vivere</a></i><br /></span></span></span></span></p>
<p class="western" style="line-height: 108%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-align: justify; text-indent: 0.6cm;">
<br />
</p>
<p><style type="text/css">
p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: #000000; line-height: 115%; text-align: left; orphans: 2; widows: 2; background: transparent }
p.western { font-family: "Calibri", serif; font-size: 11pt; so-language: it-IT }
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a:link { color: #0563c1; text-decoration: underline }</style></p>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-5064146537702211632019-03-15T02:49:00.000-07:002019-03-15T02:49:36.879-07:00Cosa posso fare io?<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: left; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: "Bodoni MT", serif; font-size: 16px; text-align: justify; text-indent: 22.6667px;"><i>Qui di seguito propongo la testimonianza che don Franco Marton scrisse anni fa e che ebbi modo di inserire nel libro "Condannati a vivere" (pp. 49-51).</i></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-hyphenate: none; text-align: center; text-autospace: ideograph-other; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; font-variant: small-caps; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: Calibri;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-hyphenate: none; text-align: center; text-autospace: ideograph-other; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; font-variant: small-caps; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: Calibri;"><br /></span></div>
<div style="line-height: normal; mso-hyphenate: none; text-align: center; text-autospace: ideograph-other; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: "Bodoni MT", serif; font-size: 12pt; font-variant: small-caps;">Cosa
posso fare io?</span><span style="font-family: "Bodoni MT", serif; font-size: 12pt; font-variant: small-caps;">di don Franco Marton</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dalla bella intervista a don Pietro Zardo
prendo lo spunto per una domanda provocatoria: di fronte a fatti che
contraddicono il Vangelo, i cristiani devono parlare o tacere? Scrivo queste
riflessioni nei giorni d'agosto del 2009, in cui le carceri scoppiano per il
sovraffollamento e i barconi di immigrati continuano a colare a picco. Sugli
immigrati si sono sentite parole di denuncia sulla disumanità e ostilità delle
nostre leggi. da parte di vescovi e, meno nette, da parte di comunità cristiane.
ma sulle carceri la comunità cristiana nel suo insieme è silenziosa, anche se
il problema si fa drammatico. Perché? C'è una resistenza profonda è sorda dei
cristiani a farsi carico dei carcerati. Viene da lontano. Nei caldi anni
Settanta frequentavo il carcere minorile di Santa Bona, perché in quel
quartiere stavamo costruendo una parrocchia. Un metodo frequente di protesta
dei detenuti era di salire sul tetto del carcere con degli striscioni e
restarci giorni, anche d'inverno. La gente passava, li vedeva e... s’indignava
contro di loro! Tanto che i ragazzini del catechismo, invitati da noi a
raccogliere le espressioni che circolavano in casa sui carcerati, ci
riportavano racconti raccapriccianti. Informata la parrocchia, nascevano
tensioni e conflitti con l'accusa ai preti di essere, come i comunisti, dalla
parte dei delinquenti. Il Vangelo faticava a passare, come oggi. Perché? I
cristiani continuano ad assorbire, con triste passività, i luoghi comuni che li
circondano: “hanno sbagliato, che paghino”, “in carcere stanno come in un
albergo”, “i giudici sono troppo buoni…”. A guidare la disinformazione sono la
televisione e la maggior parte dei giornali. A darle successo è la diffusa
“acriticità”, che non fa onore a chi secondo il Vangelo dovrebbe essere il
“figlio della luce” e “astuto come serpente”. </span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">All'interno di questa deriva culturale i
cristiani non sembrano vedere più ciò che è essenziale al Vangelo. Si
accontentano spesso di stanchi riti da cui viene accuratamente tenuta fuori la
storia è la vita. davanti ai mille uomini “mezzo morti” che sbarrano loro
la strada (carcerati, ma anche stranieri, affamati…) preferiscono passare oltre
come gli uomini del culto della parabola del Samaritano: non hanno più il
coraggio di fermarsi e prendersi sulle spalle i feriti. Ma “fare come ha fatto
il Samaritano” per Gesù è decisivo se si vuole avere la vita, anche quella
definitiva. “Ero carcerato e siete venuti a visitarmi” è parola vincolante di
Gesù per entrare nel suo regno. Non è facoltativa. Rifiutare di “visitare” i
carcerati equivale a venir allontanati da Lui per sempre. L'obiezione più
corrente è: ma cosa posso fare io? Non si vede, ad esempio, l'importanza del
“fare opinione pubblica” accogliente verso il carcerato, del far circolare idee
di giustizia e di benevolenza, del far credito all'impegno politico, del
costruire una cultura rispettosa della dignità di ogni uomo e solidale con i
problemi del carcere… E questo lo possiamo fare tutti: dai genitori ai
politici. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I responsabili delle comunità cristiane
hanno poi un dovere: far riscoprire alle loro comunità l'urgenza della
“profezia”, del parlare in nome del Vangelo, aiutandole anche a superare i
conflitti che su questo tema nascono inevitabilmente. La paura di
dividere la comunità spesso fa scegliere colpevolmente il silenzio. Ma
forse c'è una radice nascosta di questo imbarazzo cristiano davanti ai
carcerati. Abbiamo fatta nostra un'idea di “merito” che è anti evangelica.
Crediamo che le nostre “opere buone” siano frutto esclusivo della nostra bontà
e devono venir ricompensate dal Signore e anche dalla società, mentre le “opere
cattive” dei carcerati sono frutto della loro cattiveria personale e devono
essere punite dal Signore e dalla società. I meriti vanno premiati, le colpe
punite.</span><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>So
bene che il discorso è complesso, ma non dalla parte del Vangelo: col
carcerato, anche se colpevole, il Signore si è identificato. E la
giustizia senza misericordia, non è la giustizia di Dio. E non può
essere la giustizia dei suoi figli, i quali, se vogliono incontrare il Signore,
dovranno necessariamente, in un modo o in un altro, passare anche attraverso il
carcerato portatore di una sua misteriosa ma reale presenza.</span><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkOE4GAzHjmU4igat7LCONAUrp7JiebJd12aOg-18mpptmM_hBo9_Of5k4iXYfx4IjryMhTKJ571pGL3kA1XF69FMYRuJ-5tfqkP_gcBY_loQ9cFRrZg05VI4guODezE1kkkxSqhiop9c/s1600/copertina+don+Zardo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1248" data-original-width="864" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkOE4GAzHjmU4igat7LCONAUrp7JiebJd12aOg-18mpptmM_hBo9_Of5k4iXYfx4IjryMhTKJ571pGL3kA1XF69FMYRuJ-5tfqkP_gcBY_loQ9cFRrZg05VI4guODezE1kkkxSqhiop9c/s320/copertina+don+Zardo.jpg" width="221" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other; text-indent: 17.0pt;">
<span style="color: black; font-family: "Bodoni MT",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-hyphenate: none; text-align: justify; text-autospace: ideograph-other;">
<br /></div>
<br />Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-65519279199627568772018-01-09T14:07:00.001-08:002018-01-09T14:07:16.995-08:00Liberi reclusi. Storie di minori detenuti recensito da Luigi AlviggiLiberi reclusi. Storie di minori detenuti" letto da Luigi Alviggi:<br />
<br />
<a href="http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=43481">http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=43481</a><br />
<br />
<br />Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-67633876437070489452017-04-13T12:02:00.004-07:002017-04-13T12:02:50.508-07:00Giovedì Santo, papa Francesco incontra i detenuti<br />
<pre style="font-family: Courier; font-size: 12pt; text-align: -webkit-center;">Da Televideo rai</pre>
<pre style="font-family: Courier; font-size: 12pt; text-align: -webkit-center;">
</pre>
<pre style="font-family: Courier; font-size: 12pt; text-align: -webkit-center;">PAPA: LAVANDA DEI PIEDI
RICORDA AMORE DI GESU'
"Il capo della Chiesa è Gesù, il Papa è
la figura di Gesù e io vorrei fare
quello che ha fatto lui.Il parroco lava
i piedi ai fedeli, la situazione si ca-
povolge:quello che sembra il più grande
deve fare il lavoro di schiavo, ma per
seminare amore".Così Francesco a propo-
sito della lavanda dei piedi,effettuata
a 12 detenuti, tra cui 3 donne e un i-
slamico, nel carcere di Paliano (FR).
"Questa cerimonia non è folclore, è un
gesto per ricordare quello che ha fatto
Gesù",dice Bergoglio. "Siamo tutti pec-
catori, abbiamo limiti e difetti. Tutti
sappiamo amare, ma non come Dio che ama
senza guardare le conseguenze". Il Papa
ha incontrato 2 reclusi in isolamento.
</pre>
<div>
<br /></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-52470944260680744652017-03-27T03:04:00.001-07:002017-03-27T03:04:12.328-07:00Un ragazzo come tutti gli altri? Non credo proprio!<br />
<div style="text-align: justify;">
Sulla stampa locale leggo un articolo che riguarda la barbara uccisione di una ragazza colpevole di essere incinta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A lasciarmi sconvolto non sono solo le modalità dell'omicidio, ma le parole dell'avvocato del ragazzo, il quale si è dichiarato colpevole della morte della sua ex fidanzata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'articolo si legge:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span itemprop="articleBody">[il ragazzo ha] "<i>raccolto una pietra da terra e ha colpito Irina alle spalle con tutta la forza che aveva.</i></span><i><span itemprop="articleBody"> Poi si è accanito su di lei e l’ha finita
soffocandola, preoccupandosi di nascondere il corpo sotto ramaglie e
fogliame. Prima di andarsene le ha strappato la collana d’oro che
portava al collo, ha venduto il gioiello a un “Compro oro” ed è andato a
giocarsi i soldi ai videopoker. Il giorno dopo è andato a scuola come
se niente fosse. Al termine dell’interrogatorio l’avvocato </span></i><span itemprop="articleBody">[cognome]</span><i><span itemprop="articleBody"> ha
chiesto al giudice di valutare la possibilità di cambiare la misura
cautelare e di mandare il ragazzo agli arresti domiciliari". </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span itemprop="articleBody"><i>"È un
ragazzo di 18 anni come tanti altri, spiega l’avvocato </i>[cognome]<i>, è
ancora sotto shock e davanti al giudice si è mostrato pentito</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span itemprop="articleBody"><b>Affermare che questo giovane è un ragazzo come tanti altri lo trovo assurdo e inaccettabile, così come assurda e inaccettabile è la richiesta di avere gli arresti domiciliari</b>.</span></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-7657265473389103542017-03-21T07:07:00.005-07:002017-03-21T07:07:43.308-07:00Aumenta il numero dei detenuti nelle carceri italiane<div style="text-align: justify;">
Nelle carceri italiane i detenuti continuano ad aumentare: da 54.632 del 31/12/2016 a 55.713 di febbraio 2017. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Anche se questo dato è impressionante, bisogna evitare di farsi
condizionare dall'idea che per diminuire i reclusi occorre depenalizzare
certi reati, come quelli relativi a certi stupefacenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Piuttosto
occorre avviare delle serie espulsioni per gli stranieri che commettono
reati legati al traffico di stupefacenti e di armi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Occorre rivedere
anche certe norme che fanno sì che non pochi delinquenti utilizzino i
figli minori come "scudo" per evitare l'espulsione.</div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-36848230590691340992017-03-20T04:53:00.002-07:002017-03-20T04:53:47.989-07:00Giovani spacciatori e carcere minorile<div style="text-align: justify;">
Premesso che considero disumano chi afferma che bisogna lasciare in mare
le persone che cercano di arrivare in Italia a bordo di natanti di
fortuna, ritengo che occorra mandare via dal nostro Paese gli stranieri
che sono coinvolti nello spaccio di stupefacenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi conosce la realtà degli "<i>Istituti penali dei minorenni</i>" sa
che molti ragazzi lasciano la propria terra col deliberato proposito di
venire da noi per delinquere: minori che nel giro di poche settimane dal
loro sbarco in Sicilia si trovano già per strada a vendere droga e a
incassare soldi che mai avrebbero visto nel loro villaggio di origine.
Denaro che la criminalità utilizza per altri traffici illeciti e che i
ragazzi - novelli spacciatori - sperperano per acquistare beni di lusso e
per "pagarsi" la ragazzina italiana.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
L'arresto di questi ragazzi da parte delle Forze dell'Ordine e la
conseguente esperienza della detenzione negli istituti penali non serve
praticamente a nulla: nonostante la manifestazione del proposito di non
spacciare più, la strada della droga torna ad essere percorsa appena
riacquistano la libertà varcando l'uscita del cancello del "carcere".
Troppi sono, infatti, i soldi che si incassano con gli stupefacenti e a
poco o nulla serve proporre a questi giovani un lavoro di apprendistato:
a che serve alzarsi presto la mattina per lavorare otto ore, sporcarsi e
guadagnare in un mese quello che invece si può ottenere con pochi
giorni di spaccio?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Di queste cose ne parlavo proprio ieri a Padova, ad un incontro promosso
dalla parrocchia di San Giovanni Battista in via Pontevigodarzere, e
concludevo dicendo che per questi ragazzi che vengono in Italia col
deliberato proposito di spacciare, occorre, dopo l'esperienza del
carcere minorile, riaffidarli alle Autorità del loro Paese di origine -
come Marocco e Tunisia - affinché ritornino nel loro villaggio e
chiudano definitivamente la loro esperienza nel nostro Paese.</div>
<br />
<br />
<a href="http://www.youcanprint.it/scienze-sociali/scienze-sociali-studi-sui-minori/liberi-reclusi-storie-di-minori-detenuti-9788891199454-ebook.html">
http://www.youcanprint.it/scienze-sociali/scienze-sociali-studi-sui-minori/liberi-reclusi-storie-di-minori-detenuti-9788891199454-ebook.html</a>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-67654665921217258742016-06-25T06:52:00.001-07:002016-06-25T06:52:12.646-07:00Dio è anche dietro le sbarre
Oggi pomeriggio mi è capitato sottomano un appunto preso qualche anno fa, dopo una conversazione con don Pietro Zardo in merito alla realtà del carcere di Treviso...: "Più che atei, in carcere ho conosciuto gente che si trova dispersa, che non è interessata a cercare, che è indifferente a tutta una serie anche di altre cose da un punto di vista di umanità. C'è poi una grossa fetta che ha una percezione “magica” del trascendente, penso ad esempio alla popolazione rom. Un senso vago di un Dio che può punire, e che è uguale per tutti, ma non è sentita dentro profondamente come esperienza personale. Questo rende difficile un dialogo religioso. Pensando ai carcerati di fede islamica, poi, c'è da dire che nella tradizione musulmana non c'è la cura di chi ha sbagliato. Il reo viene tagliato fuori e reintegrato nella comunità soltanto una volta scontata la pena. Ci sono celle dove il tema religioso non viene assolutamente toccato, altre dove ci si confronta tra religioni diverse in maniera serena e pacata, e quando i musulmani si trovano la sera a pregare, i cattolici spengono la televisione in segno di rispetto, e anche viceversa". Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-72602111449716706832016-03-29T13:28:00.001-07:002016-03-29T13:28:27.728-07:00Villorba, La comunità parrocchiale è vicina ai detenutiOggi a don Pietro Zardo, cappellano del carcere di Treviso, ho consegnato diversi scatoloni di materiale per l'igiene personale raccolti durante le festività pasquali nella parrocchia di Villorba a beneficio dei detenuti del carcere.<br />
E' un segno di attenzione e di fiducia che tante persone semplici vogliono riporre in chi ora sta in una cella a "pagare" il proprio conto con la giustizia.Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-27309704362168234732015-02-13T08:05:00.001-08:002015-02-13T08:05:12.723-08:00A Vascon di Carbonera<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px;">Sono da poco rientrato da Vascon di Carbonera: in canonica ho incontrato un gruppetto di adolescenti che si sta preparando per il sacramento della Confermazione. Su invito del loro parroco ho descritto sia la realtà del carcere maggiore che dell'istituto penale dei minorenni di Treviso, e insieme ci siamo soffermati su una frase detta da un detenuto: "I soldi facili sono belli, ma durano poco". Alla fine dell'incontro i ragazzi hanno preparato una preghiera che reciteranno domenica durante la S. Messa.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicE5xNVAmSK5Z8P-HflF3rmC1nxaMjayIVYe1G3XiRJbVBC4IYsVU1O3JsrncDBDoBwwXUSokaSld5TZWkfE_jzs5s75VKBAWnWXO5ND0t1txESb7lXxxLR7V1gsC6cExJ_7K-29zaD1k/s1600/P2134350.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicE5xNVAmSK5Z8P-HflF3rmC1nxaMjayIVYe1G3XiRJbVBC4IYsVU1O3JsrncDBDoBwwXUSokaSld5TZWkfE_jzs5s75VKBAWnWXO5ND0t1txESb7lXxxLR7V1gsC6cExJ_7K-29zaD1k/s1600/P2134350.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px;"><br /></span>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-30231875470246360052014-02-28T01:54:00.000-08:002014-02-28T01:55:51.914-08:00Dosson, La parola ai volontari<i>Ho ricevuto e propongo la testimonianza che segue.</i><br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Abbiamo assistito con piacere ed
interesse all’incontro che Carlo Silvano ha tenuto recentemente
nella parrocchia di Dosson di Casier. Attraverso la sua testimonianza
ed un filmato ci ha fatto conoscere la realtà del carcere di Treviso
soprattutto per quanto riguarda la struttura che ospita i
maggiorenni. Noi abbiamo puntato la nostra attenzione soprattutto
sulla struttura limitrofa, vale a dire l’Istituto minorile e
l’abbiamo fatto in quanto volontari che sono giunti al secondo anno
della loro esperienza con un progetto di lettura a favore degli
ospiti dell’istituto. Possiamo dare, quindi, una breve testimonianza di come stiamo
vivendo il nostro approccio con questi ragazzi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La prima cosa che ci ha colpito, ben
consapevoli della gravità dei loro comportamenti che di conseguenza
li hanno portati lì, è stato comunque scoprire che si tratta di
ragazzi come tanti altri che incontriamo al di fuori di quelle mura.
Anzi, spesso più educati di certi loro coetanei. Abbiamo
trovato di tutto, dagli analfabeti o sedicenti tali, a chi frequenta
con grande profitto le scuole superiori. Purtroppo o per fortuna
(meglio per loro in questo caso) la conoscenza che abbiamo di loro
non è accentuata per il fatto che molti non sono lì che per brevi
periodi. Del resto non è nostro compito quello di socializzare,
anche se è umano, bensì quello di seminare piccoli chicchi di
cultura facendo loro capire che la lettura è uno strumento
potentissimo e potrebbe loro servire nel cammino della vita.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEcZnSq0rILeXqhCxYS96uuQBaQKW3ybBWwdgYkH2i3dijf441ZoNN_8ZJBEcDTD08CqkfcUWuM4Y7xczgEf5Kzly1iYOs-nOfZZIp1uh1Gau9GoQ4EqSVDzjsl1i1E7OLrkjSrJrIHNA/s1600/Carcere+15+febbraio+2014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEcZnSq0rILeXqhCxYS96uuQBaQKW3ybBWwdgYkH2i3dijf441ZoNN_8ZJBEcDTD08CqkfcUWuM4Y7xczgEf5Kzly1iYOs-nOfZZIp1uh1Gau9GoQ4EqSVDzjsl1i1E7OLrkjSrJrIHNA/s1600/Carcere+15+febbraio+2014.jpg" height="400" width="282" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Mentre, da quello che abbiamo capito,
nel carcere dei maggiorenni spesso c’è il problema di tirare sera,
nella struttura minorile, ci sembra sia un rischio molto minore. I
ragazzi hanno scuola la mattina ed una serie di attività pomeridiane
(compreso la nostra) come ad esempio il giornalino, il laboratorio di
grafica o quello di cucina, che li tengono impegnati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Per quanto abbiamo potuto vedere poi
sia gli educatori che le guardie hanno un atteggiamento molto
positivo con gli stessi, trattandoli come un buon padre tratterebbe i
propri figli.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Certo stiamo sempre parlando di un
carcere e di ragazzi che hanno sbagliato e stanno pagando per i loro
errori, la libertà non ha prezzo, ma bisogna anche capire il
contesto sociale dal quale vengono fuori. Spesso il concetto di male
non è radicato per niente, quindi le loro azioni sono soltanto la
conseguenza di una filosofia di vita che è stata loro imposta e che
per loro, non avendo possibilità di un’alternativa, è l’unica
con cui fare i conti. Probabilmente estrapolati da questo contesto, ed
in una situazione di famiglia normale, il loro percorso di vita
sarebbe stato molto diverso, visto i positivi esiti scolastici che
qualcuno riesce a raggiungere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il detenuto che una volta uscito riesce
a trovare lavoro ha una possibilità molto bassa di recidiva, motivo
in più perché al di fuori ci siano strutture che possano dare un
aiuto concreto a giovani che altrimenti corrono il rischio di tornare
a delinquere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E, specie con certi ragazzi che abbiamo
conosciuto, questo sarebbe veramente un grosso peccato e vorrebbe
dire che la società in cui viviamo ha fallito. Un motivo in più di
riflessione che rilanciamo verso chiunque abbia voglia di
confrontarsi con una realtà scomoda, ma pulsante dietro spesse mura
di pietra.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i>Miriam e Pierluigi</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMVLlkcV7eHDmALfoebnZ8wkZZEG4XoZUpMrzT2IolJOJJXTf3T0K9bKbB33w_LQU7Gwm3yzAaIUOBwLZkx8grff_MxEZsTQIAD64JJeJHzxL-N3BBG9CIib9vz5ilRjGG3CD4CGLwxc/s1600/foto+a+Dosson+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMVLlkcV7eHDmALfoebnZ8wkZZEG4XoZUpMrzT2IolJOJJXTf3T0K9bKbB33w_LQU7Gwm3yzAaIUOBwLZkx8grff_MxEZsTQIAD64JJeJHzxL-N3BBG9CIib9vz5ilRjGG3CD4CGLwxc/s1600/foto+a+Dosson+1.png" height="640" width="637" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-69890666799426192522014-02-25T01:15:00.002-08:002014-02-25T01:15:55.967-08:00Dosson, un commento di Chiara Brescacin<div style="text-align: justify;">
DOSSON - Le parole con cui Carlo Silvano ha illustrato la casa circondariale e l'istituto penale dei minorenni di Treviso e i dati forniti dal dott. Giovanni Borsato, hanno permesso all'uditorio di entrare nella realtà di una vita quotidiana reclusa; le immagini di un video hanno completato l'esperienza, rompendo il tabù di un luogo che per motivi di sicurezza sociale nasce come impenetrabile, anche alla vista.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8OEGBdG4d1lGW6ILjvcPquvJCtfx5I-rzLZoZlw2GI1ALUrM9dsV8JOITIq_Yhv-DhFgSvCfeRvm4xCS52R4hA1jWQzm8xHdoU0T_2FRzM2v1JTWQDpipOCL_R7tpzQByJ54d_bv-2N8/s1600/copertina+don+Zardo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8OEGBdG4d1lGW6ILjvcPquvJCtfx5I-rzLZoZlw2GI1ALUrM9dsV8JOITIq_Yhv-DhFgSvCfeRvm4xCS52R4hA1jWQzm8xHdoU0T_2FRzM2v1JTWQDpipOCL_R7tpzQByJ54d_bv-2N8/s1600/copertina+don+Zardo.jpg" height="400" width="276" /></a>A fronte di quanto sentivo e vedevo mi sono subito accorta che al carcere di Santa Bona collegavo solo la sua immagine esterna, percepita dalla strada o trasmessa dai media e, a differenza di altri luoghi comunitari chiusi alla vista per motivi di sicurezza - come le caserme, per esempio - non avevo mai pensato a quali attività vi si potessero svolgere, di come una persona vi trascorresse la giornata, detenuto o operatore. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' bastato però lanciare la proposta di discussione, grazie alla disponibilità di Silvano, per suscitare l'intervento di persone già sensibili a questo tema che desideravano condividere con altri un'esperienza di volontariato e una cura per la vita delle persone dietro le sbarre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQhLhpLUFEtsS7klCaLqqpMemRL78bX7O33YC4dhw13ad0BR026G43Z2sUdhFjk9rHgqmelj9QYb23hw6pMPiW12LS3ziXURD058OnegoMj_F56qk2sPLZqAg2ri3899a25rd0rmp9V_E/s1600/liberi+reclusi+tre+edizioni.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQhLhpLUFEtsS7klCaLqqpMemRL78bX7O33YC4dhw13ad0BR026G43Z2sUdhFjk9rHgqmelj9QYb23hw6pMPiW12LS3ziXURD058OnegoMj_F56qk2sPLZqAg2ri3899a25rd0rmp9V_E/s1600/liberi+reclusi+tre+edizioni.JPG" height="320" width="240" /></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Queste persone sono divenute testimoni accanto a voi che l'interesse dell'opinione pubblica per i detenuti deve andare al di là del momento della condanna o dell'eventuale fuga - noi nei media sentiamo parlare soprattutto di questo, quasi che una volta dentro le mura la vita fosse sospesa o si potesse affidare in toto all'apparato statale - e affiancare gli addetti ai lavori nel percorso di difficile riabilitazione dei detenuti alla vita in società, durante e dopo la carcerazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sulla strada di un dibattito pubblico sul tema che si basi su una opportuna conoscenza e sia in grado di sostenere e affrontare le effettive necessità della realtà carceraria, sicuramente l'incontro di sabato 15 febbraio ha permesso ai presenti - di certo a me - di fare un piccolo passo in avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un sentito ringraziamento, anche a nome del Gruppo Biblioteca Parrocchia di Dosson, e buon lavoro a tutti per quest'opera di sensibilizzazione!</div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Chiara Brescacin</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div>
<br /></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-60583554910365198712014-02-24T00:21:00.002-08:002014-02-24T00:21:50.812-08:00Dosson, Un commento di Alessandro Gheno<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>In merito all'incontro di Dosson, ho ricevuto e propongo il seguente commento:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ritengo che l'opera di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sulla realtà carceraria in generale, e in particolare di quella presente nel nostro territorio, sia tanto difficile quanto importante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le persone che vivono recluse dovrebbero essere considerate parte integrante del corpo sociale e dovrebbero poter avvertire questo. Che ciò avvenga è interesse di tutti, e non dipende certamente da una visione giustificazionista del fenomeno criminoso. Infatti, come Carlo Silvano osservava nel suo intervento, gran parte dei detenuti tornerà prima o poi in società e dovrebbe essere preoccupazione di tutti che questo ritorno avvenga in condizioni tali da favorire in loro la volontà di progettare la loro parte rimanente di vita nel </div>
<div style="text-align: justify;">
rispetto degli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un sistema carcerario che sia in grado di consentire ai detenuti un rapporto con la società esterna contribuisce ad evitare il sorgere di dinamiche psicologiche di rabbia repressa, capaci di scatenare al termine del periodo di reclusione il ritorno a una volontà rea. Significativa in proposito ritengo sia stata l'intervista a un detenuto proposta durante l'incontro, nella quale egli esprimeva l'esigenza di sentire che nella cittadinanza non vi sia unicamente un atteggiamento di repulsione e di ostilità nei confronti dei soggetti carcerati: la percezione di un atteggiamento non prevenuto e ostile nella collettività contribuisce, a suo parere, a favorire una risocializzazione e ad orientare la persona ristretta, una volta liberata, a non vedere il mondo esterno come un nemico al quale tornare a nuocere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Alessandro Gheno</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMVLlkcV7eHDmALfoebnZ8wkZZEG4XoZUpMrzT2IolJOJJXTf3T0K9bKbB33w_LQU7Gwm3yzAaIUOBwLZkx8grff_MxEZsTQIAD64JJeJHzxL-N3BBG9CIib9vz5ilRjGG3CD4CGLwxc/s1600/foto+a+Dosson+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMVLlkcV7eHDmALfoebnZ8wkZZEG4XoZUpMrzT2IolJOJJXTf3T0K9bKbB33w_LQU7Gwm3yzAaIUOBwLZkx8grff_MxEZsTQIAD64JJeJHzxL-N3BBG9CIib9vz5ilRjGG3CD4CGLwxc/s1600/foto+a+Dosson+1.png" height="400" width="398" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><a name='more'></a><br /></i></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-73106107470580200232014-02-17T05:57:00.000-08:002014-02-17T05:57:27.871-08:00Dosson, incontro nella biblioteca parrocchiale<h5 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1,"tn":"K"}" style="background-color: white; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; font-weight: normal; line-height: 14.079999923706055px; margin: 0px 0px 5px; padding: 0px; word-break: break-word; word-wrap: break-word;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 13px; line-height: 1.38;">Sabato scorso - a Dosson (Treviso) - ho avuto modo di descrivere la realtà del carcere maggiore di Treviso e dell'istituto penale dei minorenni del Triveneto. </span></div>
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}" style="color: #333333; font-size: 13px; line-height: 1.38;"><div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 1.38;">Tra i punti toccati anche la proposta di "</span><i style="line-height: 1.38;">svuotare</i><span style="line-height: 1.38;">" le carceri avanzata da alcuni politici. Proposta che, a mio avviso, non si può accogliere perché se è vero che in diversi contesti le condizioni dei detenuti sono disumane, è anche vero che non esistono sul territorio idonei centri di accoglienza per i tanti reclusi,</span><span style="line-height: 1.38;"> </span><span class="text_exposed_show" style="display: inline; line-height: 1.38;">i quali, una volta liberati, tornerebbero facilmente nel circuito criminale. </span></div>
<span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 1.38;">Altri punti trattati hanno riguardato la "cella" (ovvero il mondo del recluso), le sofferenze delle vittime, le privazioni dei familiari dei detenuti, nonché il ruolo dei volontari. Questi ultimi possono rendere trasparenti le mura delle carceri del nostro Paese, in quanto sono nelle condizioni di organizzare - in parrocchie e centri culturali - incontri pubblici per far conoscere la vita che si conduce nei penitenziari.</span></div>
</span></span></h5>
<div>
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}" style="color: #333333; font-size: 13px; line-height: 1.38;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdtk3702UD0S5VTYhatPxQXltm8P9bafs16Co_e2LYcheqKJxlJQjoHNSjKsp5udY-qO_6SttwSxU3rBgDP-JEcSKjkTR-XMsUW-i4a64Zqk3AExV3OMxFgijEHYmAeXMnVzFstrZmi8/s1600/foto+a+Dosson+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdtk3702UD0S5VTYhatPxQXltm8P9bafs16Co_e2LYcheqKJxlJQjoHNSjKsp5udY-qO_6SttwSxU3rBgDP-JEcSKjkTR-XMsUW-i4a64Zqk3AExV3OMxFgijEHYmAeXMnVzFstrZmi8/s1600/foto+a+Dosson+1.png" height="400" width="398" /></a></div>
<div>
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}" style="color: #333333; font-size: 13px; line-height: 1.38;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br /></span></span></div>
<div>
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}" style="color: #333333; font-size: 13px; line-height: 1.38;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br /></span></span></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-54915733576273618082014-02-14T23:34:00.003-08:002014-02-14T23:34:35.996-08:00Dosson, la realtà del carcere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeRBTyUwfBMo2tavm8cCimRC1HXPOq9nhp4CRxo6xgp02q51zZB6qIAc7dF4v-SDFJUz36iRmZnsH5vMwZ2age3T2cDiEz4J1mYLCFDtl-xHJI5M6CxBZBajqIkTgdHtzOqCutlqxdY9w/s1600/Carcere+15+febbraio+2014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeRBTyUwfBMo2tavm8cCimRC1HXPOq9nhp4CRxo6xgp02q51zZB6qIAc7dF4v-SDFJUz36iRmZnsH5vMwZ2age3T2cDiEz4J1mYLCFDtl-xHJI5M6CxBZBajqIkTgdHtzOqCutlqxdY9w/s1600/Carcere+15+febbraio+2014.jpg" height="400" width="282" /></a></div>
<br />Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-75135039827826034412013-12-13T01:00:00.000-08:002013-12-13T01:00:03.339-08:00Vivere la legalità<h1 class="name post-title entry-title" itemprop="name" style="background-color: white; border: 0px none; color: #333333; font-family: BebasNeueRegular, arial, Georgia, serif; font-size: 28px; font-weight: normal; list-style: none; margin: 0px 0px 10px; outline: none; padding: 0px;">
<br /></h1>
<div class="entry" style="background-color: white; border: 0px none; color: #333333; font-family: 'Droid Sans', Arial, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.5; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
VILLORBA - Domenica 17 novembre all’<a href="http://noivillorba.it/2013/11/carcere-minorile-un-incontro-per-ragazzi-e-giovani/" style="-webkit-transition: all 0.2s ease-in-out; border: 0px none; color: #4357ba; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-decoration: none; transition: all 0.2s ease-in-out;" target="_blank">incontro sul carcere minorile</a> svoltosi a Villorba, Rosa Passarelli (rappresentante del Sindacato Autonomo della Polizia) ha spiegato ai ragazzi e a qualche genitore l’importanza della legalità, una costante della nostra vita che deve essere trasmessa prima di tutto in famiglia.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Rosa inizia subito con un appello ai giovani: “Siete voi che portate a casa il messaggio agli adulti, c’è bisogno di un messaggio positivo”. E ancora: “<strong style="border: 0px none; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">Siate forti del vostro credo</strong> e della vostra fede, non dovete aver paura di chi è diverso e di esprimere quello in cui credete. [...] Non dobbiamo vergognarci delle nostre origini, anzi, sarebbe costruttivo confrontarci con le culture diverse dalla nostra, oggi c’è molto bisogno di confronto”.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
A Treviso sono presenti due istituti penitenziari, il carcere maschile per gli adulti e quello minorile, unico istituto per il Triveneto: in entrambi si respira una multiculturalità tra gli ospiti che deve essere quotidianamente gestita. Carlo Silvano ci racconta, con parole e video, la vita e alcune storie di questi ragazzi e uomini, ospiti degli istituti, sottolineando le difficoltà durante la detenzione, ma anche quelle di reinserimento nella vita quotidiana una volta terminata la pena.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Viene toccato anche l’argomento più attuale: il caso delle<strong style="border: 0px none; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;"> baby prostitute</strong> di Roma. Il messaggio davvero incoraggiante è di non condannare queste ragazze, ma, al contrario, di avere un atteggiamento il più positivo e costruttivo possibile. Rosa spiega infatti che sono persone che non hanno avuto nella vita un <strong style="border: 0px none; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">punto di riferimento forte</strong>, che dicesse loro che le scarpe firmate non sono alla pari della loro dignità. Un punto di vista davvero interessante, che probabilmente la maggior parte di noi non aveva minimamente considerato.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Rosa continua la sua testimonianza facendo un appello ai ragazzi che devono affrontare qualche problema, o che vedono qualcosa che non va intorno a loro: “Non dovete aver paura di rivolgervi a noi poliziotti, io prima di essere un poliziotto sono una donna, una moglie e una mamma. [...] Venite da noi anche per un consiglio, <strong style="border: 0px none; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">siete responsabili anche dei vostri amici</strong>. Le persone cattive puntano tutto sulla paura, mentre <strong style="border: 0px none; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px;">denunciare vuol dire prima di tutto essere ascoltati</strong>: da quel momento non sarete più da soli”.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Rosa ha cercato anche, e con successo, di sfatare i luoghi comuni sulla droga: le canne fanno male, e dalla canna si passa a droghe più pesanti. Le sue parole non lasciano alcun dubbio: “Non permettete ad alcuna sostanza di essere padrona del vostro cervello”.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Infine la nostra ospite ringrazia, ricordando ai ragazzi che la parrocchia è uno di quegli ambienti “cuscinetto” dove si possono commettere tanti errori, che non saranno mai, però, irreparabili.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
Per tirare le somme, si è parlato di legalità, di regole, di Costituzione, di denuncia, di droga, di prostituzione. Ma sopratutto di dignità.</div>
<div style="border: 0px none; list-style: none; outline: none; padding: 1em 0px;">
La nostra poliziotta ci lascia con un messaggio chiaro, che arriva dritto al cuore: “Non permettete mai a nessuno di mettere in discussione la vostra dignità”. (<i>Isabella</i>)</div>
</div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-17143611989846021702013-10-25T08:11:00.002-07:002013-10-25T08:11:38.164-07:00Rosa Passarelli, Impariamo ad ascoltare i nostri ragazzi<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx"><i>Liberi
reclusi</i></span><span lang="zxx">
ci sentiamo in molti, in questa società che lascia poco spazio a noi
stessi, perché abbiamo dimenticato di ascoltare il nostro </span><span lang="zxx"><i>Io.</i></span><span lang="zxx">
Se lo ascoltassimo, impareremmo che </span><span lang="zxx"><i>apparire
vincente ad ogni costo</i></span><span lang="zxx">
non soddisfa la serenità interiore e sociale, raggiungibile soltanto
con la consapevolezza che la </span><span lang="zxx"><i>diversità</i></span><span lang="zxx">
è il punto di forza per vivere in armonia; capiremmo che abbiamo
perso di vista i reali bisogni dell’essere umano, non curandoli fin
dall’infanzia e sentendoci inevitabilmente soli ed indifesi, in un
mondo che cambia velocemente.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Queste e molte altre
riflessioni, hanno suscitato in me le pagine del libro di Carlo
Silvano, che, attraverso le storie dei ragazzi-detenuti e le
testimonianze degli specialisti che operano per loro, mi hanno fatto
ripercorrere il viaggio dei miei ultimi 25 anni. Durante questo
periodo ho raccolto le storie di ragazzi stranieri e italiani,
cresciuti in fretta e male, col peso sulle spalle di una pubertà che
non è stata affatto facile, di una vita bastarda che non ha mai
concesso loro la possibilità di gioire, in una società che giudica,
fa la guardona e condanna, ma che non muove un dito perché le loro
vite possano cambiare. </span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPtosf_LTswNI9D1QuGsSPwaCpevThHJh93FQ1K8-y4JqcbL1Fj0DRmEqZ26WovgMMXzfYLVO4Zk2quKxsmIOoNgq2ZUCB9OCV9hE-jsRRaqqf5SvC_RudwQoEAT59hCXCnZbHRhjn_aI/s1600/liberi+reclusi+3+ediz+due.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPtosf_LTswNI9D1QuGsSPwaCpevThHJh93FQ1K8-y4JqcbL1Fj0DRmEqZ26WovgMMXzfYLVO4Zk2quKxsmIOoNgq2ZUCB9OCV9hE-jsRRaqqf5SvC_RudwQoEAT59hCXCnZbHRhjn_aI/s320/liberi+reclusi+3+ediz+due.JPG" width="240" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>La copertina della terza edizione del libro "Liberi reclusi. Storie di minori detenuti"</i></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">A fronte di chi si è salvato,
ho visto altri che si son persi per strada, imboccando vie tortuose,
le stesse descritte nel libro che invito tutti a leggere. In questi
anni in veste di poliziotta del Commissariato di Conegliano e di
delegato del Sindacato Autonomo di Polizia, ho svolto il mio lavoro
di prevenzione e repressione e di rappresentante sindacale, credendo
fermamente nel recupero di chi ha commesso un reato e convincendomi
che le sorti di questi ragazzi inevitabilmente riguardano tutti
noi. Noi genitori che, terminato l’orario di lavoro, facciamo
rientro nelle nostre case e ci occupiamo dei nostri figli che sono
loro coetanei, e che insieme a loro saranno il futuro della nostra
comunità. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">I
</span><span lang="zxx"><i>Liberi reclusi</i></span><span lang="zxx">
descritti nel libro e che s’incontrano all’interno delle mura
dell’unico Istituto penale dei minorenni del Triveneto, sono quegli
adolescenti a cui son mancati punti di riferimento. Ognuno con la
sua storia, raccontano di un degrado culturale ed umano, raccontano
di mancanze subite, di diritti all’infanzia violati. A loro non è
stata concessa la spensieratezza del gioco, che avrebbe permesso la
conoscenza di se stesso, per acquisire il coraggio di mettersi in
discussione, di affrontare il pericolo, di sbagliare per imparare a
non farlo più, di cadere per poi rialzarsi, di gestire le proprie
emozioni in positivo. A loro non è stato concesso il piacere di un
focolare che avrebbe trasmesso quel calore e quel senso di protezione
indispensabili per sentirsi protagonisti della propria esistenza.
Ognuno di loro non ha potuto contare sul tempo che i genitori gli
avrebbero dovuto dedicare, impegnati come erano a far carriera o a
sbarcare il lunario. </span></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Nr2lLapyq4TJDL0ECS8Hyz_bgu1J_f7e7mGpx7RgjOG3g3GowwFy6pFSz3iRbdNLm7mw9R2A4LxpRwq5ce6UnW1sSM2xcGcWpMFtYx26et-1-qnfpxbcrUhbghrZIx4F79d55Y0_zJQ/s1600/Bonaveno+a+Conegliano.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Nr2lLapyq4TJDL0ECS8Hyz_bgu1J_f7e7mGpx7RgjOG3g3GowwFy6pFSz3iRbdNLm7mw9R2A4LxpRwq5ce6UnW1sSM2xcGcWpMFtYx26et-1-qnfpxbcrUhbghrZIx4F79d55Y0_zJQ/s320/Bonaveno+a+Conegliano.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>Luisa Bonaveno, psicologa presso l'Istituto penale dei minorenni</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx"><br /></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;">La
lettura del libro induce a riflettere su un punto: nella nostra
società non c’è più tempo per l’</span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;"><i>ascolto</i></span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;">,
perché il tempo è denaro e per ascoltare si spreca tempo. Non c’è
più tempo per il </span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;"><i>gioco</i></span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;">
sostituito con il regalo bello e costoso. Non c’è più tempo
nemmeno di </span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;"><i>desiderare</i></span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;">
qualcosa, perché questo sentimento richiederebbe il dialogo tra
genitore e figlio, e permetterebbe di comprendere che le cose si
ottengono con la fatica, con la pazienza e con l’impegno, e che
vanno meritate e conquistate. Ma il </span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;"><i>dialogo</i></span><span lang="zxx" style="font-size: 11pt; line-height: 115%; text-indent: 1.25cm;">
ha bisogno del tempo e non c’è tempo se non per se stessi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Il
ragazzino oggi è considerato una "macchina da guerra":
deve essere un ottimo studente, atleta, musicista, attore, pittore.
Anche la sua capacità di apprendimento deve rientrare in uno
standard predefinito, altrimenti è un perdente, un buono a nulla, un
disadattato, un individuo disturbato, un inetto della società che va
isolato, un mostro. Non si rispetta più il suo </span><span lang="zxx"><i>bisogno
di capire, di osservare, di analizzare</i></span><span lang="zxx">,
perché anche l’insegnamento deve rientrare nel circuito vizioso
del tempo e bisogna fare in fretta, apprendere alla velocità della
luce tante nozioni, tanti numeri, tanti concetti. Alla fine non
interessa a nessuno il sapere, non interessa a nessuno percepire i
disagi dell’adolescente che chiederebbe di essere ascoltato ed
amato ed invece si sente tanto solo, indifeso e deluso dal
comportamento dei grandi che avrebbero dovuto proteggerlo e
sostenerlo nelle sue naturali paure. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Questa società si deve
interrogare su cosa vuole costruire per le generazioni future, perché
per ora sta soltanto distruggendo quello che di più sacro possa
esistere: la Famiglia! </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Uno Stato che si reputa
democratico ha l’obbligo primario di salvaguardare il primo
importante Istituto giuridico dentro il quale prendono vita le
dinamiche comportamentali dell’individuo, del Minore che diventerà
l’Uomo del domani, sintesi del suo trascorso psicologico- affettivo
e culturale. Un grande Uomo è stato un bambino amato e curato
fisicamente e mentalmente all’interno della propria Famiglia; a
sua volta sarà lui stesso capace di amare e di relazionare con i
propri simili, in un armonico equilibrio di energie positive con la
natura, solo perché glielo hanno insegnato. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Soprattutto
negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito ad un susseguirsi di
politiche sulla Famiglia ed in modo particolare sull’Infanzia del
tutto inesistenti; di contro si è preteso un maggiore impegno per
aumentare a dismisura la produzione, ed ora ne paghiamo lo scotto. Il
messaggio mediatico di questi anni è stato: "produrre ricchezza
materiale per essere felici", </span><span lang="zxx"><i>apparire
e possedere a discapito dell’essere</i></span><span lang="zxx">
e col tempo l’uomo si è smarrito e con lui tutti i valori
etici-morali che costituiscono i presupposti di una società sana ed
equilibrata. </span></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIZ0Tj56hW5qrrpnfSX-fa_DyIWPv4Lp4k0LfKPyuMMVnhDv8WlrUylGVKWDU0vxP2Pqj4HohV2WHIF-964o7oJZM81ubjrd-eM0PveXwBsciUrJOijh_eAU0pfh7lA7ZvINoOZH9FsFw/s1600/Rubinato+e+Silvano.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIZ0Tj56hW5qrrpnfSX-fa_DyIWPv4Lp4k0LfKPyuMMVnhDv8WlrUylGVKWDU0vxP2Pqj4HohV2WHIF-964o7oJZM81ubjrd-eM0PveXwBsciUrJOijh_eAU0pfh7lA7ZvINoOZH9FsFw/s320/Rubinato+e+Silvano.JPG" width="240" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>Simonetta Rubinato (deputato a Montecitorio) e Carlo Silvano</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx"><br /></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Il
concetto di </span><span lang="zxx"><i>Libertà</i></span><span lang="zxx">
tanto caro ad una Democrazia e di cui il libro di Carlo Silvano
traccia i contenuti in tutte le sue sfumature, si è trasformato in
</span><span lang="zxx"><i>licenza di fare ciò che si vuole</i></span><span lang="zxx">,
impotenti a far rispettare le regole, perché in tanti fanno fatica a
rispettarle! In questo marasma generale siamo </span><span lang="zxx"><i>Liberi
reclusi, </i></span><span lang="zxx">
incapaci di interagire con culture diverse che i tempi ci invogliano
ad incontrare, perché siamo vuoti dei Valori che appartengono alla
nostra Storia. Siamo avvelenati dall’idea malsana che il </span><span lang="zxx"><i>Bello</i></span><span lang="zxx">
equivarrebbe a </span><span lang="zxx"><i>Detenere il Potere</i></span><span lang="zxx">,
non importa se con mezzi illeciti ed immorali. In questa idea
malata di società, il nemico da combattere diventa l’intruso, il
diverso, colui che fa paura con la sua presenza, perché non siamo in
grado di combattere il vero ostacolo che si trova dentro di noi. Non
siamo in grado di combattere la nostra pigrizia perché disabituati
a farlo, a discapito delle battaglie condotte dai nostri antenati. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Non
ci rendiamo conto che mentre noi siamo distratti da altro, una parte
dei nostri ragazzi interagisce con coetanei che provengono da altre
culture, condividendo con loro esperienze negative. Molto spesso sono
i nostri ragazzi ad utilizzare come manovalanza quelli che noi ci
ostiniamo a definire i nostri nemici, per commettere spaccio di
droga, furti, violenze su persone e cose. I figli del benessere
condividono esperienze criminali con i figli dei disadattati, degli
ultimi, dei diversi, del nemico da combattere. La nostra ottusità
non libera la mente da preconcetti tanto errati e dannosi da
ostacolare una</span><span lang="zxx"><i> sana politica di
salvaguardia dei nostri valori che sappia esprimere l’accoglienza,
</i></span><span lang="zxx">convinti
come siamo che riusciremo a vivere bene solo isolandoci, perché ci
reputiamo migliori, perché siamo convinti di essere una razza
superiore. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Eppure
sono i nostri figli, quelli della razza superiore, che incontriamo
all’interno delle mura dell’Istituto penale dei minorenni del
Triveneto in compagnia degli altri, i figli dei nemici da combattere,
quelli che bisogna scacciare perché delinquenti, perché pezzenti.
Sono insieme, stavolta, a condividere un’esperienza che potrebbe
segnare la svolta, perché potrebbe favorire il loro ingresso nella
Società Civile come </span><span lang="zxx"><i>Cittadini
liberi, in grado finalmente di concorrere al progresso materiale e
spirituale della comunità, ognuno secondo la propria possibilità e
la propria scelta.</i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx"><i><br /></i></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG3ranAZ03lHXlz2n9r8BguLXoQckUCpcXAtaknXq86uGRQ9pOlmJzI8UzWdQ1JFh579YKxC7FKgogWYQr05_m9_HubeMWH-TXTMCK6-g86Kk0YR5jXWyhSVGXzF_zXL8JkH-yJ7gesUA/s1600/Costeniero+7.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG3ranAZ03lHXlz2n9r8BguLXoQckUCpcXAtaknXq86uGRQ9pOlmJzI8UzWdQ1JFh579YKxC7FKgogWYQr05_m9_HubeMWH-TXTMCK6-g86Kk0YR5jXWyhSVGXzF_zXL8JkH-yJ7gesUA/s320/Costeniero+7.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>don Pietro Zardo (a destra), cappellano del carcere maggiore di Treviso</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx"><i><br /></i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Se solo lo Stato ci credesse! </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Carlo Silvano è riuscito a
trasmettere la passione con cui si opera all’interno dell’Ipm e a
centrare i Principi fondamentali che rendono uno Stato credibile:
certezza della pena, salvaguardia della vittima e recupero del reo
vanno sostenuti in modo che l’uno non escluda l’altro! </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">E’ necessario credere nel
recupero di questi ragazzi, perché la salvezza di ognuno di loro
segna la vittoria dello Stato. Per raggiungere quest’obiettivo
serve un lavoro sinergico delle Forze istituzionali, affinché gli
obiettivi raggiunti dagli uni non vengano inficiati dall’inerzia
degli altri. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Il
libro "</span><span lang="zxx"><i>Liberi reclusi</i></span><span lang="zxx">"
di Carlo Silvano racconta molto bene di quanto sia difficile per i
giovani detenuti dell’Ipm, abituati ad una vita sregolata, dover
obbedire a direttive rigide di scolarizzazione e di solidale
condivisione di intenti. Non è facile raccontare la verità sulle
proprie esperienze passate e dover ammettere i propri errori; non è
facile lavorare su se stessi per riemergere dal nulla. Loro che
pagano le conseguenze della non-responsabilità di chi non li ha
amati, hanno l’onere di ammettere la propria </span><span lang="zxx"><i>responsabilità
personale</i></span><span lang="zxx">
per ciò che hanno commesso, perché solo così avranno una concreta
possibilità di cambiare pagina. Anche la menzogna fa parte del loro
agire: beccati a commettere reati dalle Forze dell’Ordine, negano
spudoratamente ogni addebito, assumono atteggiamenti di chiusura e di
disprezzo, agiscono in modo scorretto aggravando la loro posizione,
perché hanno imparato a vivere in questo modo; le loro vite son
state segnate da trascorsi di violenza che col passare del tempo
racconteranno, liberando finalmente la mente dai tormenti che han
segnato le loro scelte sbagliate. Il percorso riabilitativo richiede
sacrificio, tempo e strumenti, ma non può precludere l’</span><span lang="zxx"><i>espiazione
della pena</i></span><span lang="zxx">
che uno Stato di diritto dovrebbe imporre, perché non c’è somma
di danaro sufficiente a ripagare la Vittima e a ristabilire il valore
dei beni tutelati dal nostro ordinamento, lesi dal comportamento
illecito del reo. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Gli operatori delle Forze
dell’ordine, quelli dell’Ipm, i volontari, i sacerdoti sono
chiamati, ognuno per le proprie competenze, ad occuparsi di un
compito di alto valore sociale, di cui si parla pochissimo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">Si
sta parlando di professionisti che adottano la </span><span lang="zxx"><i>Legalità
delle loro azioni e dei loro comportamenti</i></span><span lang="zxx">
come arma vincente per stravolgere completamente in positivo la vita
di questi ragazzi-detenuti; impegno, questo, che dovrebbe ottenere un
riconoscimento da parte della politica nazionale, con provvedimenti a
loro favore. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><span lang="zxx">La
sicurezza e la prevenzione sono temi così importanti che
meriterebbero di essere trattati con programmi a lungo termine, per
produrre effetti positivi; invece fino ad oggi abbiamo visto solo
proclami di campagna elettorale. Le conseguenze di questa scelta
irresponsabile hanno prodotto disaffezione dalla legge, insicurezza
del cittadino, debolezza del Diritto. Si ha la percezione che
strumentalizzando l’informazione, volgarizzando i dibattiti,
bastonando la cultura, si voglia orientare le scelte del cittadino
verso un nostalgico periodo, non tanto lontano, che vedeva regnare
la </span><span lang="zxx"><i>sicurezza di pochi</i></span><span lang="zxx">
a discapito </span><span lang="zxx"><i>del silenzio dei molti</i></span><span lang="zxx">!
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Buona fortuna, Ragazzi!</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Grazie Carlo Silvano!</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 7.49cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;"><i>Rosa Passarelli</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="zxx" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 2.5cm; text-indent: 1.25cm;">
<span style="font-size: 11pt;">(Consigliere Provinciale del
Sindacato Autonomo della Polizia di Stato)</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 11pt;">Carlo
Silvano, “<i>Liberi reclusi. Storie di minori detenuti</i>”,
prefazione di Simonetta Rubinato, Edizione del noce, terza edizione
2012, pp. 104, euro 10, isbn 88 87555 83 4.</span></div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-31125074890731153702013-10-15T07:57:00.003-07:002013-10-15T07:57:44.468-07:00Carcere e famiglieTreviso - Oggi sulla stampa locale si riporta la notizia di un detenuto condannato a quindici anni per aver tentato di uccidere la moglie.<br />
<div style="text-indent: 0px;">
<span style="text-indent: 0.6cm;">Anche nel carcere di Treviso i</span><span style="font-family: 'Palatino Linotype', serif; text-indent: 0.6cm;"> detenuti segnati da violenza familiare grave sono presenti in maniera
considerevole e, purtroppo, sono in aumento. </span></div>
<div style="text-indent: 0px;">
<span style="font-family: 'Palatino Linotype', serif; text-indent: 0.6cm;">Cosa spinge - bisogna chiedersi - un giovane marito, con una vita professionale
riuscita e con una solida immagine sociale a commettere un gesto del genere? </span><span style="font-family: 'Palatino Linotype', serif; text-indent: 0.6cm;">Quando quest'uomo aveva un problema con la moglie trovava un amico con
cui potersi confidare? </span><span style="font-family: 'Palatino Linotype', serif; text-indent: 22.677165985107422px;">Sono interrogativi, questi, che bisogna porsi anche se è molto più semplice esprimere giudizi e condanne, per poi "buttare via la chiave".</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.2cm; text-indent: 0.6cm;">
</div>
<span style="font-family: 'Palatino Linotype', serif; font-size: 13pt; text-indent: 0.6cm;"> </span>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-36188579772878174872013-10-14T03:33:00.003-07:002013-10-14T07:20:48.837-07:00Liberi reclusi, la testimonianza di una lettrice<b>Falzè di Trevignano</b> - Sono mamma di due figli: uno già adulto - se si può chiamarlo così - di 23 anni, e un ragazzino di 11 anni. Grazie ad un incontro organizzato dalla mia parrocchia sul tema del carcere, ho conosciuto Carlo Silvano ed il suo libro "<i>Liberi reclusi. Storie di minori detenuti</i>", che ho letto ben due volte. Ho partecipato all’incontro organizzato in parrocchia conscia che esiste una realtà così vicina a noi geograficamente, ma molto lontana dai nostri pensieri. Onestamente non ho mai avuto modo di pensarci: "<i>non mi tocca e allora non mi riguarda</i>", questo mi veniva da dire.<br />
Dopo aver letto tutte le testimonianze raccolte da Carlo Silvano, mi sono chiesta: sto educando bene i miei figli? Tra le molte storie ho cercato di captare le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a delinquere. Ma è solo colpa dei genitori? E dove non arrivano i genitori, chi può intervenire e, soprattutto, quando? Un'attenta analisi dei segnali che mandano i nostri giovani già in età scolare ed un intervento precoce su certe situazioni, potrebbero salvarli da certe conseguenze? E se dovesse succedere ai miei figli, come mi comporterei? Ma si sa, ai propri figli non succederà mai! Sicuramente l’avranno pensato anche quelle mamme che ora - e quelle che possono - si recano in carcere a trovare i propri figli; madri che ora si trovano anche accusate di non aver saputo compiere il proprio dovere e, per questo, vengono isolate dal contesto in cui abitano. Leggendo il libro di Silvano non ho trovato risposte, ma molte domande che non mi ero mai posta, non per presunzione, ma per aver ignorato, in buona fede, l’argomento.<br />
[...]<br />
<b>Mariangela B</b>. Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-53367586889769552182013-05-19T10:16:00.001-07:002013-05-19T10:17:18.295-07:00Sara Fornera, Liberi reclusi<br />
<h4 class="didascalia" style="background-color: white; color: #cc66cc; font-family: Verdana; margin-bottom: 2px; margin-left: 5px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
Liberi reclusi. Storie di minori detenuti</h4>
<div class="grigio" style="color: #888888; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin: 5px 10px 5px 5px; text-align: justify;">
Scritto da: Sara Fornera</div>
<div class="grigio" style="color: #888888; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin: 5px 10px 5px 5px; text-align: justify;">
<br /></div>
<h3 class="didascalia" style="color: #730073; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: 10px; letter-spacing: 2px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-top: 2px;">
</h3>
<h4 class="date" style="background-color: white; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; margin-top: 12px;">
<div style="color: #730073; font-family: Verdana; font-size: 10px; letter-spacing: 1px; text-align: justify;">
<span style="color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: xx-small; letter-spacing: 1px;">Il libro di </span><strong style="color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px;">Carlo Silvano</strong><span style="color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: xx-small; letter-spacing: 1px;"> "|</span><strong style="color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px;">Liberi reclusi. Storie di minori detenuti.</strong><span style="color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: xx-small; letter-spacing: 1px;">" fa profondamente riflettere su quello che purtroppo il nostro carcere non sa offrire al ragazzo detenuto minorenne che sbaglia: una reale, concreta possibilità di recupero umano e sociale.</span></div>
</h4>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
Si dice che la pena debba tendere alla rieducazione e risocializzazione ma ritengo che questo sia solo un'utopia. La realtà e diversa. Le nostre carceri sono sovraffollate, prive di materiali e risorse di prima necessita'. Com'e' quindi possibile che in un tale contesto il minorenne detenuto compia un percorso di crescita, consapevolezza e rispetto delle regole della società in cui vive?</div>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
<strong>Carlo Silvano</strong> ha conseguito la laurea in sociologia all'Università degli Studi di Napoli Federico II. E' scrittore e consulente editoriale. Ha scritto e pubblicato diversi libri che riguardano il carcere, il mobbing e la massoneria. E' fondatore e presidente dell'Associazione culturale "Nizza italiana". Partendo dal presupposto che chi compie un reato deve scontare per intero la pena, bisogna dare all'uomo, e soprattutto al minore che sbaglia, la possibilità di un recupero umano e sociale.</div>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
[...]</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPtosf_LTswNI9D1QuGsSPwaCpevThHJh93FQ1K8-y4JqcbL1Fj0DRmEqZ26WovgMMXzfYLVO4Zk2quKxsmIOoNgq2ZUCB9OCV9hE-jsRRaqqf5SvC_RudwQoEAT59hCXCnZbHRhjn_aI/s1600/liberi+reclusi+3+ediz+due.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPtosf_LTswNI9D1QuGsSPwaCpevThHJh93FQ1K8-y4JqcbL1Fj0DRmEqZ26WovgMMXzfYLVO4Zk2quKxsmIOoNgq2ZUCB9OCV9hE-jsRRaqqf5SvC_RudwQoEAT59hCXCnZbHRhjn_aI/s320/liberi+reclusi+3+ediz+due.JPG" width="240" /></a></div>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
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<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
<strong>Silvano</strong> ha scritto il volume per far conoscere le storie di minori detenuti e riflettere sugli stili di vita e comportamentali dei giovani di oggi. Nel suo libro l'autore riporta i colloqui che ha avuto con gli adolescenti rinchiusi nell’Istituto penale per i minorenni del Triveneto e le interviste e le riflessioni di alcuni specialisti che operano fuori e dentro la struttura.</div>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
<strong>Silvano</strong> sostiene che se per un certo periodo di tempo contenere in un istituto un giovane che non ha regole, o che le ha comunque infrante, può rivelarsi fondamentale per la sua crescita, non è il ragazzo detenuto “il male” della nostra società, ma ne rappresenta piuttosto la sconfitta così come sostengono anche insegnanti, volontari, psicologi e sacerdoti coinvolti nella stesura del libro.</div>
<div class="avvisi" style="background-color: white; color: #443344; font-family: Verdana, Courier, monospace; font-size: x-small; letter-spacing: 1px; margin-bottom: 10px; margin-left: 5px; text-align: justify;">
"<strong>Liberi reclusi</strong>" è un volume indirizzato al grande pubblico, con una particolare attenzione ai giovani e a quanti operano, a diverso titolo, con i minori. Il testo di Silvano non riguarda solo i minori detenuti, ma anche gli adolescenti che vivono in famiglie considerate “sane e normali” e credono che pur commettendo un reato non finiranno mai dietro le sbarre. Purtroppo sono tanti i minori che non si rendono conto che uccidere, stuprare o spacciare droga porterà a trascorrere buona parte della propria esistenza in una cella; infatti, i minori intervistati da <strong>Carlo Silvano</strong>, hanno compreso di aver infranto le regole della convivenza sociale solo quando hanno sentito scattare ai propri polsi le manette.</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Titolo: Liberi reclusi. Storie di minori detenuti</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Autore: Carlo Silvano</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Editore: Edizioni del Noce</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Collana: Diritto etica società</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Data di Pubblicazione: 2011<br />
Terza edizione: 2012</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
ISBN: 8887555834</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
ISBN-13: 9788887555837</div>
<div style="color: #590059; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">
Pagine: 100</div>
Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-42694163106504879912013-05-17T15:12:00.000-07:002013-05-18T22:24:44.903-07:00Arcade (Treviso), incontro sul carcere<div style="text-align: justify;">
ARCADE - Si è concluso circa un'ora fa l'incontro dedicato alla realtà della detenzione a Treviso, promosso ed organizzato dalla Fondazione "Corazzin" presso l'oratorio di Arcade (Treviso).</div>
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Dopo una presentazione a cura di <b>Luca Zanini</b>, ha preso prima la parola <b>Giovanni Borsato</b> che ha descritto la situazione carceraria in Italia, e poi <b>Carlo Silvano</b> che ha parlato dell'<i>Istituto penale per i minorenni del Triveneto</i> e del carcere di Treviso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il pubblico si è mostrato sensibile e attento, e diversi presenti sono intervenuti con domande e riflessioni.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUCSc8sfO84uZl214cPcm2816U0BHKcd6lD-sA6cQYlIcDpK_AECsskQ4ggaEDjet2nenbvoiMgWw3Rh38mnWF7vKRm3qEVpf2wwYyj1yI_YoXd2iQ-BTsTTrKAYzvNy7Wm2utvmfuIVI/s1600/Arcade+foto+1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUCSc8sfO84uZl214cPcm2816U0BHKcd6lD-sA6cQYlIcDpK_AECsskQ4ggaEDjet2nenbvoiMgWw3Rh38mnWF7vKRm3qEVpf2wwYyj1yI_YoXd2iQ-BTsTTrKAYzvNy7Wm2utvmfuIVI/s320/Arcade+foto+1.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5rSKRxqYVSBnKkFi-1v2ILLKPoTqSBw7cG4QY7fikkdeSADBUjxxfW9CbzBLVZgg1dDQxo_KE7_ZrbamKhpjyXFrITBc86arVfhBXNXQcOGPQJLSboitVC4K5_QqWBuMCF6O8pXIcuY0/s1600/Arcade+foto+2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5rSKRxqYVSBnKkFi-1v2ILLKPoTqSBw7cG4QY7fikkdeSADBUjxxfW9CbzBLVZgg1dDQxo_KE7_ZrbamKhpjyXFrITBc86arVfhBXNXQcOGPQJLSboitVC4K5_QqWBuMCF6O8pXIcuY0/s320/Arcade+foto+2.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifl5a2VVuNQrhzR35IqWhfrXfhGICMsuCvZ1SkIxT6igyy8WGPsyW6rox9rQkpwTJivv1_y-rY48WgTcEGOWcuOfiRPOSWPvxI86cq8s3tctJCF39DqCLPpSjB7QSQNBLRjGiL61RaB3U/s1600/Arcade+foto+3.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifl5a2VVuNQrhzR35IqWhfrXfhGICMsuCvZ1SkIxT6igyy8WGPsyW6rox9rQkpwTJivv1_y-rY48WgTcEGOWcuOfiRPOSWPvxI86cq8s3tctJCF39DqCLPpSjB7QSQNBLRjGiL61RaB3U/s320/Arcade+foto+3.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX8biP-Z86fm19NeFMStV-ZfoDqboNwZWrJOUZ-xuLYoOU83AbOBWIwVzCcLXYZBXTk2kiHZ6e4rx2uldesszV9jP_2M3NPwMUGT0O4n0T1nV-FF8NXPoZRyLhEYkZx2qJ0GfnPcFkqy8/s1600/Arcade+foto+4.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX8biP-Z86fm19NeFMStV-ZfoDqboNwZWrJOUZ-xuLYoOU83AbOBWIwVzCcLXYZBXTk2kiHZ6e4rx2uldesszV9jP_2M3NPwMUGT0O4n0T1nV-FF8NXPoZRyLhEYkZx2qJ0GfnPcFkqy8/s320/Arcade+foto+4.JPG" width="320" /></a></div>
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Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3562204548500916281.post-62022659846655881032013-05-03T01:43:00.003-07:002013-05-03T01:43:57.272-07:00Telecittà, La realtà dell'Ipm del Triveneto<br />
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<span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Martedì 30 aprile su Telecittà è andata in onda la trasmissione "Caro libro ti racconto". Ho avuto modo di descrivere la realtà dell'Istituto penale per i minorenni del Triveneto e quella del sovraffollamento del carcere di Treviso; nel corso della trasmissione - condotta da Alice Ferretti - si è parlato anche del mercato criminale deg</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #37404e; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">li stupefacenti, e altro ancora. Con me in studio Armando Fiscon e Marco Serri.</span></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #37404e; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">La trasmissione dura circa un'ora e chi vuole può visionarla cliccando sul lunk che segue <a href="http://www.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DhQ67Mw4HD8M&h=qAQFCowtd&s=1" rel="nofollow nofollow" style="color: #3b5998; cursor: pointer; text-decoration: none;" target="_blank">https://www.youtube.com/watch?v=hQ67Mw4HD8M</a></span>Carlo Silvanohttp://www.blogger.com/profile/03102194344904547122noreply@blogger.com0