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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Rosa Passarelli, Impariamo ad ascoltare i nostri ragazzi

Liberi reclusi ci sentiamo in molti, in questa società che lascia poco spazio a noi stessi, perché abbiamo dimenticato di ascoltare il nostro Io. Se lo ascoltassimo, impareremmo che apparire vincente ad ogni costo non soddisfa la serenità interiore e sociale, raggiungibile soltanto con la consapevolezza che la diversità è il punto di forza per vivere in armonia; capiremmo che abbiamo perso di vista i reali bisogni dell’essere umano, non curandoli fin dall’infanzia e sentendoci inevitabilmente soli ed indifesi, in un mondo che cambia velocemente. Queste e molte altre riflessioni, hanno suscitato in me le pagine del libro di Carlo Silvano, che, attraverso le storie dei ragazzi-detenuti e le testimonianze degli specialisti che operano per loro, mi hanno fatto ripercorrere il viaggio dei miei ultimi 25 anni. Durante questo periodo ho raccolto le storie di ragazzi stranieri e italiani, cresciuti in fretta e male, col peso sulle spalle di una pubertà che non è stata affatto facile, d

Carcere e famiglie

Treviso - Oggi sulla stampa locale si riporta la notizia di un detenuto condannato a quindici anni per aver tentato di uccidere la moglie. Anche nel carcere di Treviso i detenuti segnati da violenza familiare grave sono presenti in maniera considerevole e, purtroppo, sono in aumento.  Cosa spinge - bisogna chiedersi - un giovane marito, con una vita professionale riuscita e con una solida immagine sociale a commettere un gesto del genere?  Quando quest'uomo aveva un problema con la moglie trovava un amico con cui potersi confidare?  Sono interrogativi, questi, che bisogna porsi anche se è molto più semplice esprimere giudizi e condanne, per poi "buttare via la chiave".  

Liberi reclusi, la testimonianza di una lettrice

Falzè di Trevignano - Sono mamma di due figli: uno già adulto - se si può chiamarlo così - di 23 anni, e un ragazzino di 11 anni. Grazie ad un incontro organizzato dalla mia parrocchia sul tema del carcere, ho conosciuto Carlo Silvano ed il suo libro " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ", che ho letto ben due volte.  Ho partecipato all’incontro organizzato in parrocchia conscia che esiste una realtà così vicina a noi geograficamente, ma molto lontana dai nostri pensieri. Onestamente non ho mai avuto modo di pensarci: " non mi tocca e allora non mi riguarda ", questo mi veniva da dire. Dopo aver letto tutte le testimonianze raccolte da Carlo Silvano, mi sono chiesta: sto educando bene i miei figli? Tra le molte storie ho cercato di captare le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a delinquere. Ma è solo colpa dei genitori? E dove non arrivano i genitori, chi può intervenire e, soprattutto, quando? Un'attenta analisi dei segnali che mandano i nostri gio